"La rimonta che abbiamo compiuto
rispetto ai pronostici iniziali è stata straordinaria, a chiara
dimostrazione di quanto fosse vero che i sondaggi ci abbiano
sempre sottostimato sin dalla nascita del M5s. E questo
risultato lo dobbiamo alla forza e al coraggio del nostro
presidente Giuseppe Conte oltre alla validità delle nostre
proposte, del nostro programma". Lo dice all'ANSA il
coordinatore regionale Movimento 5 Stelle Marche, Giorgio Fede.
"Il Rosatellum, legge elettorale voluta appositamente per
premiare gli inciuci, consentirà alla destra di avere la
maggioranza in parlamento. Ma non dimentichiamo che ha votato
solo il 63% degli aventi diritto. Un dato che deve far
riflettere persino chi si appresta oggi a governare. Siamo la
terza forza politica ma anche la seconda in molte regioni. E lo
siamo da soli, senza coalizioni e questo ci rende ancor più
determinati. La vittoria della Meloni era scontata, - aggiunge -
è stata premiata per aver seduto comodamente (quando se ne
ricordava) in Parlamento e per aver sbraitato ogni tanto. È
stata premiata per non essersi mai assunta una responsabilità,
nemmeno nei momenti più bui…ma ora sarà costretta a farlo".
"Dispiace per i marchigiani che si ritroveranno in Parlamento
dei rappresentanti paracadutati e non del territorio, un veneto
e due laziali, e ben tre assessori su sei della giunta regionale
di Acquaroli che molleranno gli impegni assunti in una Regione
con tanti problemi, non ultimo quello del dissesto idrogeologico
ed i decessi, per piazzarsi a Roma in poltrone ben più
retribuite. Comunque noi, io, siamo già pronti a rimetterci a
lavoro. Siamo un Movimento nuovo, ripulito da tante zavorre e
sono certo che sapremo tornare più forti di prima, a partire dai
territori. Da oggi - prosegue Fede - ricominciamo a batterci per
l'uguaglianza, per sostenere non solo i più deboli ma tutti gli
italiani che in questi mesi stanno fronteggiando la crisi, per
un ambiente sano e pulito. Difenderemo il Reddito di
cittadinanza, il Superbonus 110% - conclude - e vigileremo su
criminalità e corruzione pronta ad infiltrarsi nella gestione
dei 209 miliardi del Pnrr ottenuti da Giuseppe Conte in Europa".
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