Nel secondo trimestre 2022 gli
occupati nelle Marche sono 640 mila, +22mila unità (+3,3%)
rispetto al secondo trimestre del 2021. Cresce il tasso di
occupazione in modo più marcato nell'agricoltura (+28,1%) e
nelle costruzioni (+27,8%), mentre le altre attività dei servizi
segnano un calo del 3,9%. Il quadro emerge dai dati regionali
Inps dell'Osservatorio sul precariato e Istat sulle forze lavoro
del secondo trimestre 2022 elaborati dall'Ires Cgil Marche.
Rispetto allo stesso periodo del 2021, scende il tasso di
disoccupazione (5,2%): i disoccupati diminuiscono di 15 mila
unità (-30,1%), in particolare risulta significativo il calo
delle disoccupate (-10 mila unità). Il tasso di inattività si
attesta al 29,5%, sono 273 mila, per la maggior parte donne
(61,3%), -2,9% rispetto al secondo trimestre 2021. Mentre si
registra un aumento di 10mila inattivi che non cercano e non
sono disponibili a lavorare, che risulta più marcato rispetto al
Centro e all'Italia nel complesso.
Nei primi sei mesi del 2022 le aziende marchigiane registrano
124.306 assunzioni, +21,3% rispetto allo stesso periodo 2021
(+22 mila circa). Nello stesso periodo, le cessazioni dei
rapporti di lavoro sono state 84.415, +31,7% rispetto al 2021.
Il saldo assunzioni - cessazioni è positivo nel complesso
(+35.891). Sulle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato
sono una quota ridotta (12,1%); la tipologia più presente è il
contratto a termine (35,8%), seguita dall'intermittente (17,4%).
La regione risulta la prima in Italia per la più alta incidenza
dei contratti intermittenti (17,4% contro la media nazionale del
8,8%). "Troppi lavoratori sono in sofferenza da tempo: i
contratti - commenta Rossella Marinucci, Cgil Marche - sono
sempre più precari e senza diritti, le retribuzioni troppo
basse. Sono questi i motivi per cui si fugge dal lavoro".
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