Ha chiesto di patteggiare
una parte dei pazienti del dottor Giuseppe Rossi, il medico di
Ascoli Piceno, accusato di aver favorito il rilascio di Green
pass falsi senza sottoporli alla somministrazione del vaccino
anti Covid 19. L'inchiesta ha riguardato 72 persone; a 56 la
Procura di Ascoli Piceno ha inviato nei giorni scorsi l'avviso
di chiusura delle indagini. Le altre 16 persone hanno chiesto di
patteggiare già in fase di indagine, ammettendo sostanzialmente
le proprie responsabilità. A tutti gli indagati sono contestati
in concorso i reati di falso ideologico, falso materiale
commesso da pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni
e la corruzione per atto contrario al dovere d'ufficio.
Quest'ultimo reato in particolare comporta pene elevate, ma la
legge prevede sconti di pena per chi in fase di indagine
fornisce elementi utili per definire la vicenda oggetto
d'inchiesta. Così hanno fatto i 16 che hanno chiesto nei mesi
scorsi di essere interrogati, hanno fornito un contributo
all'indagine, e infine hanno chiesto di patteggiare, trovando il
parere favorevole del procuratore capo Umberto Monti e del
sostituto Mara Flaiani, titolari del fascicolo. Per la
magistratura ascolana le figure chiave dell'inchiesta, oltre al
dottor Rossi, sono altri quattro indagati che fra settembre e
dicembre 2021 avrebbero fatto da intermediari fra il medico e
gli altri pazienti desiderosi di ottenere il Green pass senza
vaccinarsi, consegnando in cambio al dottore 100 euro per ogni
ciclo vaccinale non effettuato. Anche il dottor Rossi in sede di
indagini ha ammesso le sue responsabilità; oltre che dei reati
comuni a tutti gli indagati, la Procura lo accusa di peculato e
tentata truffa ai danni dello Stato per le dosi di vaccino che
ha ricevuto dal Ssn ma di cui si è disfatto gettandole tra i
rifiuti.
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