I sessant'anni dalla morte di
Enrico Mattei, avvenuta in una sciagura aerea su cui restano
molte ombre nei cieli di Bascapé (Pavia) sono stati celebrati
stamani a Matelica, in provincia di Macerata, la città dove
aveva trascorso l'infanzia e la giovinezza in una casa ora
trasformata in museo, e dove tornava spesso, alla presenza dei
familiari del presidente dell'Eni, a iniziare da Aroldo Curzi
Mattei, nipote e presidente della Fondazione Enrico Mattei. La
giornata è iniziata con la deposizione di una corona di fiori
presso il cimitero comunale dove si trova la cappella di
famiglia ed è poi proseguita al teatro Piermarini dove sì sono
susseguiti i vari interventi per ricordare Mattei, a cominciare
da quello del governatore delle Marche, Francesco Acquaroli.
"Quella di Enrico Mattei - ha detto il presidente - è una figura
di assoluta attualità in Italia e nel mondo e un esempio per i
giovani, per le istituzioni, per la politica è per il mondo
dell'impresa". "Mattei, a sessant'anni dalla sua scomparsa - ha
aggiunto Acquaroli - ci lascia lascia in eredità la capacità di
aver tradotto delle idee in azioni. In tutta la comunità
marchigiana - ha concluso - è vivo l'orgoglio dei natali e del
ricordo di Enrico Mattei". Assente il nuovo ministro
all'Ambiente e Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin,
originariamente annunciato tra gli ospiti, alla celebrazione
hanno preso parte, tra gli altri, anche una delegazione
dell'ambasciata e del governo algerino, oltre che Donato Firrao,
già professore ordinario presso il Politecnico di Torino che ha
parlato de "La soluzione del caso Mattei" e il giornalista e
storico Paolo Mieli. Quest'ultimo ha evidenziato come "Mattei
sia stata una figurata fondamentale per questo Paese, più di
quanto non sia riportato nei libri di storia". "Era un uomo di
grande coraggio", ha sintetizzato invece Sebastiano Gubinelli
che, indossando una tuta gialla dell'Agip, si è definito "uno
dei ragazzi di Mattei" e nel ricordarlo si è commosso.
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