"A Vladimir Putin dico di ascoltare la voce della sua coscienza, il soffio di Dio che ogni uomo ha in fondo al cuore e il grido di dolore di milioni di innocenti che stanno pagando il prezzo della guerra con la propria vita": parole pronunciate all'ANSA da suor Chiara Viktoriya, 36 anni, ucraina di Leopoli. Parla dal monastero di clausura dell'Ordine delle clarisse di Santa Chiara di Camerino, in provincia di Macerata. Suor Viktoriya arrivò nelle Marche, a Falconara, 18 anni fa per studiare medicina e per riabbracciare sua madre già in Italia da tempo. Tre anni dopo il suo arrivo e un test di ingresso superato alla facoltà universitaria sognata, la chiamata del Signore al quale ogni giorno affida la sua preghiera anche per il suo popolo. "In Ucraina vivono ancora mio fratello, il mio papà e nella regione di Sumy, a confine con la Russia e tra le più colpite dai bombardamenti, ho tanti altri parenti", racconta la religiosa.
Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, suor Viktoriya, assieme alle consorelle del monastero, si è molto adoperata per fare arrivare degli aiuti alla sua gente e in particolare ai bambini di un orfanotrofio di Leopoli. La giovane monaca non si tira indietro nemmeno di fronte a una improbabile ipotesi di incontrare proprio Putin per una mediazione di pace. "Se avessi la concreta speranza che da questo ipotetico incontro si potesse aprire un reale cambiamento per le sorti di questa guerra - dice - lo incontrerei certamente e gli parlerei innanzitutto di rispetto per la vita. Cercherei di usare le parole del Signore".
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