Nelle Marche "l'incertezza pervade
il contesto economico e condiziona l'attività degli operatori
delle imprese", ma se nella prima metà del 2022 "il quadro
congiunturale è ulteriormente migliorato" rispetto al 2021, con
+5,7% dell'attività economica, nella seconda metà dell'anno
emergono "segnali di deterioramento del quadro" che iniziano a
delineare "un rallentamento su varie variabili economiche". E'
un quadro a due velocità, con una prima fase brillante e una di
rallentamento, quello che emerge dall'Aggiornamento
congiunturale di Banca d'Italia, illustrato oggi ad Ancona dal
nuovo direttore Maurizio Cannistraro e da Alfredo Bardozzetti e
da Sabrina Ferretti della Divisione Analisi e Ricerca Economica
e territoriale. Nelle Marche "la ripresa dell'attività economica
che si era avviata nel 2021 è proseguita nell'anno in corso - ha
spiegato Cannistraro - sostanzialmente in linea con il dato
nazionale", con "una espansione diffusa in tutti i principali
comparti di specializzazione della manifattura regionale,
compreso il calzaturiero". Ma nel secondo semestre è subentrata
"l'incertezza", "come nel resto del Paese", alimentata
soprattutto "dai forti aumenti dei costi energetici e dal
protrarsi della guerra in Ucraina". Secondo Cannistraro,
l'attività delle imprese risulta anche "condizionata dal
permanere dei problemi di approvvigionamento di materie prime
non energetiche e beni intermedi (ad esempio componenti
elettroniche, ndr)", che hanno comportato "aumento dei prezzi di
vendita, riduzione dei margini, dilatazione dei tempi di
consegna e incremento precauzionale delle scorte".
Un quadro che influenza gli imprenditori, portando a contenere
gli investimenti , e i consumi delle famiglie che "potrebbero
subire un rallentamento," per la "perdita del potere di acquisto
dovuta ai rincari e il peggioramento del clima di fiducia". Il
rischio è un indebolimento della domanda interna "con impatti
negativi sul commercio e sugli altri comparti dei servizi che
stavano beneficiando della ripresa dei consumi dopo il forte
calo dovuto alla pandemia". Emergono poi "i primi segnali di
irrigidimento del credito bancario".
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