"Vogliamo sapere a quale rischio
esponiamo gli studenti". Il Comitato Scuole Sicure di Ascoli
Piceno torna a chiedere "dati certi e precisi" sulla sicurezza
delle scuole. Un'esigenza che nasce "dalla recente sentenza del
tribunale civile dell'Aquila", secondo la quale "le vittime del
crollo della Casa dello Studente un po' se la sarebbero cercata.
Esattamente per il 30% - si legge in una nota -. Secondo il
giudice, infatti, il ripetersi delle scosse avrebbe dovuto
sconsigliare agli studenti di trattenersi nelle strutture loro
assegnate. Per noi genitori di studenti questo significa che
avere fiducia nel sistema può non essere sufficiente, che
sottovalutare i segnali può avere conseguenze gravi, che
trascurare informazioni importanti può trasformarci in
colpevoli". Il presidente del Comitato Enrico Gaspari ha
chiesto al prefetto Carlo De Rogatis di intervenire "con urgenza
per acquisire e rendere disponibili le informazioni circa le
vulnerabilità sismiche degli edifici scolastici che insistono
sul territorio di Ascoli Piceno; valutazioni rese obbligatorie
dall'ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274
del 20 marzo 2003 i cui termini sono definitivamente scaduti il
31 dicembre 2021 ex art.6 Decreto Legge 162/2019, commi 5-novies
e 5-decies". Ascoli Piceno, ricorda il Comitato, "è in una zona
dall'alto rischio sismico come testimoniato, purtroppo, dal
luttuoso e distruttivo terremoto del 2016". Il Cssap rivendica
dunque il diritto di sapere a quale livello di rischio i
genitori espongono i figli, in larga parte minorenni, mandandoli
a scuola. "Queste informazioni sono indispensabili per metterci
nella condizione di decidere se ritirare o meno i nostri figli
da scuola in caso di evento sismico. Sono indispensabili per
permetterci di salvare la loro vita in caso di crolli - conclude
Gaspari - per risparmiare ogni genitore dalla mortificante
accusa di essere corresponsabile della morte dei propri figli,
oltre al dubbio dilaniante di esserlo stati per davvero".
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