Al termine di un intervento di
ricognizione e mappatura dei depositi d'archivio che si è svolto
nell'autunno scorso e che ha visto impegnati 4 tecnici
specializzati della società cooperativa Ebla, è stato restituito
alla città di Ancona il suo archivio comunale, l'archivio di
deposito principale situato a Collemarino, e altri depositi
ospitati all'interno del palazzo comunale. Una superficie di
3.000 metri lineari, all'interno della quale, man mano che i
locali venivano riqualificati, sono stati spostati 10mila
faldoni per un totale di circa 20mila tra registri, documenti,
buste e scatole. Un lavoro immane che ha portato alla
ridefinizione e riorganizzazione del materiale in ordine
cronologico - scartando 4.000 faldoni - per serie archivistiche
mantenendo distinzione tra archivio storico fino al 1980 e
archivio di deposito, con la produzione, per ciascuna sezione di
un file topografico. L'intervento si colloca nell'ambito di un
rapporto di sinergia tra Soprintendenza archivistica e
bibliografica delle Marche e il Comune di Ancona per il
raggiungimento di un obiettivo comune: restituire alla
cittadinanza un archivio comunale ordinato e accessibile. In
questo solco si è collocato l'intervento concluso a fine anno,
finanziato e realizzato nel corso del 2022 dal Ministero della
Cultura, Direzione Generale Archivi, per il tramite della
Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche, in
virtù del quale il Comune di Ancona ha indetto un concorso per
assumere funzionari archivisti-bibliotecari, in modo da
pianificare la gestione dell'archivio comunale. Le istituzioni,
Soprintendenza e Comune, stanno da tempo valutando la
possibilità di fruizione dei finanziamenti legati al Pnrr, che
contempla tra gli obiettivi la promozione alla transizione
digitale in ambito pubblico e privato, affinché il cittadino sia
facilitato.
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