La Provincia di Pesaro e Urbino
ricorre al Tar contro la delibera di giunta regionale sul
dimensionamento scolastico, che accorpa l'Istituto comprensivo
Lapi di Apecchio con il Mattei di Acqualagna. Lo rende noto il
presidente Giuseppe Paolini: "E' una decisione politica che
danneggia il territorio e favorisce lo spopolamento. Riteniamo
di avere motivazioni chiare e nette. E' la stessa Regione nelle
sue linee di indirizzo sul dimensionamento a stabilire come
principi la salvaguardia dei presìdi scolastici presenti nei
comuni montani e nelle realtà particolarmente isolate e
disagiate. Tenendo conto delle specificità territoriali, della
distanza, dei collegamenti. Chi più di Apecchio? Perché si
accorpa Apecchio con Acqualagna? Chi lo ha deciso non conosce il
territorio. Fabriano è molto meglio collegata rispetto a
Apecchio, ma lì non si è accorpato nulla".
La fusione tra istituti, sottolinea inoltre il presidente
della Provincia "riguarda il personale, la perdita delle risorse
umane. Vivere un territorio con una scuola presente significa
sentirsi parte integrante di una comunità. Vogliono colpire la
nostra provincia e l'entroterra. A nostro avviso la manovra non
è lineare".
Inoltre denuncia che "Chi dice che la Provincia di Pesaro e
Urbino in questi anni non ha predisposto i piani ed è rimasta
ferma, costringendo la Regione ad agire per inerzia, non sa di
cosa parla. Forse stiamo scherzando. Noi abbiamo dato un
contributo più che considerevole al contesto regionale con
quattro autonomie sottodimensionate nel 2023-2024 e altre
quattro nel 2024-2025. Ci sono state riunioni su riunioni con
l'assessore Biondi, con cui ci siamo incontrati in una lunga
serie di occasioni, formalmente e informalmente. Chiedete anche
ai responsabili degli uffici delle altre Province. Chi dice il
contrario si faccia un esame di coscienza".
Non solo, prosegue, "Si vuole smantellare il nostro
entroterra. Lo scorso anno avevamo chiesto nero su bianco il
mantenimento per il Sanzio di Mercatino Conca e l'Istituto
comprensivo di Macerata Feltria, proprio per difendere i comuni
montani, proponendo l'aggregazione tra Cpia e Cecchi. Non è
stata accettato, mentre lo stesso tipo di operazione ha avuto il
via libera regionale per Ascoli e Fermo. Quest'anno si è fatta
una nuova azione di forza, con una delibera che proponeva tre
tagli su sei nelle Marche solo a Pesaro e Urbino. Salvando
Fabriano e tutto il resto".
Infine il presidente sottolinea che "noi abbiamo fatto una
battaglia per Piandimeleto e Apecchio. Alla fine scopriamo che
Piandimeleto si salva in extremis, con una decisione nemmeno
comunicata alla commissione regionale riunita nella stessa
giornata. Siamo contenti per Piandimeleto ma anche in questo
caso, esautorando e svilendo il ruolo della commissione e degli
enti locali, la modalità conferma che si agisce con atti
d'imperio e per motivi politici. In queste ore mi stanno
arrivando messaggi di sostegno anche da membri del centrodestra.
Non arretriamo e per Apecchio andiamo al Tar".
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