"Vogliamo difendere l'industria del Paese contro la deindustrializzazione e 25 mesi di caduta verticale della produzione.
Chiediamo al Governo di fare la propria parte e proporremo da parte nostra un Patto per la difesa dell'industria manifatturiera.
Abbiamo filiere che
soffrono in modo congiunturale e altre in modo strutturale ed è
su queste che bisogna concentrare attenzione perché dove c'è una
produzione industriale bisogna mantenerla, anche se è in crisi
congiunturale". Lo ha detto l'ex ministro del Lavoro e
responsabile Politiche industriali del Pd, Andrea Orlando,
incontrando amministratori locali e Rsu a Comunanza (AP), nel
corso della prima tappa nelle Marche del Viaggio del Partito
democratico nell'Italia che produce e che lavora.
"Su vertenze come quella di Beko chiediamo che si scoprano le
carte perché c'è una filiera che, se riqualificata, ha ancora
sbocchi - ha sottolineato Orlando convinto che "ci sia ancora
una prospettiva industriale per il settore". Ma "vogliamo sapere
se questa è intenzione anche del Governo e quali iniziative
possono aiutare a far scoprire le carte. Qui non c'è solo un
tema di presenza industriale ma di tenuta sociale per l'impatto
che una vertenza come questa ha in un'area interna come
Comunanza. Vogliamo una battaglia unitaria con tutti i
lavoratori e con tutti gli amministratori per mantenere i
livelli occupazionali e difendere le prospettive industriali".
"Di fronte alla scarsità della manodopera e alla
riorganizzazione delle filiere nel mondo - ha aggiunto l'ex
ministro dem - dove si stanno accorciando, la leva della
regolazione pubblica diventa fondamentale. Chiediamo un sostegno
alla crescita delle imprese, per i costi dell'energia, un
utilizzo dei fondi non impiegati come quelli di Industria 5.0".
"Quando si è riflettuto sull'integrazione europea si è
pensato all'integrazione dei mercati. Oggi Draghi ci dice che la
competizione non è tra imprese ma tra sistemi. Ci stiamo
rendendo conto, tardi, che il tema - spiega Orlando - è il
sostegno degli stati alle produzioni. Adesso dobbiamo fare il
"pronto soccorso" a livello nazionale ma la difesa della
produzione va fatta a livello europeo. Oggi lo Stato è il
soggetto fondamentale per la difesa della produzione di
carattere strategico. Serve una visione di lungo termine. La
mancata programmazione è uno svantaggio competitivo. Bisogna
capire quali sono gli strumenti nuovi per questa fase".
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