"Suo figlio è stato coinvolto in un tamponamento ed è in stato di fermo avendo avuto un problema con l'assicurazione".
Questo l'incipit della tentata truffa da quasi 9mila euro ai danni di una coppia di anziani di Fabriano (Ancona) che fortunatamente è stata sventata.
I militari hanno
denunciato un 20enne di origini napoletane, pluripregiudicato,
per tentata truffa aggravata. L'indagine, coordinata dalla
Procura di Ancona, è iniziata dopo la querela presentata da due
coniugi Fabrianesi, 90 lui e 87 anni lei, contro ignoti per
fatti risalenti a settembre 2024.
Un sedicente maresciallo dei carabinieri aveva detto
telefonicamente all'anziana che il figlio di lei era nei guai a
seguito di un incidente stradale. Per risolvere il problema,
secondo l'interlocutore, era necessario versare l'importo di
8.900 euro in contanti o in gioielli. La donna, come da
richiesta, aveva fornito il numero del cellulare del marito, al
quale dopo pochi minuti era giunta una telefonata da parte di un
fantomatico legale di Ancona che aveva rassicurato l'anziano
sull'esito positivo della vicenda se fosse stata corrisposta la
somma.
La inusuale richiesta, però, aveva messo in guardia i due
coniugi, memori degli insegnamenti ricevuti al termine della
messa domenicale da parte del Comandante della Stazione di
Fabriano, luogotenente Giuseppe Alesci, nel corso dei periodici
incontri tenuti con i fedeli per parlare delle truffe.
Il 90enne ha quindi acconsentito a incontrare il fantomatico
avvocato sotto casa per consegnargli i gioielli ma prima gli ha
chiesto di fornirgli un documento di riconoscimento per
verificarne l'identità. Vistosi scoperto, il sedicente avvocato
è scappato via di corsa a bordo di un'autovettura parcheggiata a
circa 50-60 metri dall'abitazione. Al 90enne è stato fatto
vedere un fascicolo fotografico contenente nove foto di
sospettati, tra i quali l'anziano ha riconosciuto il sedicente
legale: si trattava di un pluripregiudicato 20enne di origine
partenopea. Le indagini dell'Arma di Fabriano hanno poi
confermato definitivamente il riconoscimento, portando quindi
alla denuncia del giovane.
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