"Un risultato di amministrazione di
797,096 milioni di euro, entrate di competenza accertate pari a
5,594 miliardi e impegni di spesa per 5,521 miliardi". Sono
alcune cifre del "Rendiconto generale della Regione per l'anno
2023". Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato a
maggioranza la proposta di legge, a iniziativa della Giunta
regionale.
L'esame in Aula del provvedimento, composto di 15 articoli e
oltre 70 allegati, è seguito al Giudizio di parificazione della
Corte dei conti, comunicato in udienza il 26 settembre scorso.
Nell'articolato sono rinvenibili il bilancio consolidato e il
documento contabile che presenta i risultati finanziari,
economici e patrimoniali conseguiti nel corso dell'esercizio: si
registra un risultato di amministrazione di 797,096 milioni di
euro, entrate di competenza accertate pari a 5,594 miliardi e
impegni di spesa per 5,521 miliardi. Relatrici del provvedimento
in Aula le consigliere Jessica Marcozzi (FI), per la
maggioranza, e Marta Ruggeri (M5s), per la minoranza.
Un ampio il dibattito ha preceduto la votazione finale della
proposta di legge e i singoli articoli. Respinto un ordine del
giorno, ad iniziativa del gruppo Pd, in cui si chiedeva di
uniformare l'azione di Governo regionale alle indicazioni della
Corte dei Conti. A fine seduta l'intervento del presidente della
Regione Francesco Acquaroli che ha replicato alle forti critiche
di Pd e M5s. Il presidente ha premesso, citando la parifica
ottenuta dalla Corte dei Conti, una "certificazione importante".
Acquaroli ha rivendicato il lavoro fatto sulla sanità dal 2020,
con la riforma delle aziende sanitarie, "senza nascondersi
dietro l'emergenza pandemia" e facendolo in un "momento non tra
i più propizi, con il superamento del modello ospedale unico per
tenere più servizi più sul territorio". Il presidente ha
confermato il sostegno a una "sanità a trazione pubblica" e
sottolineato il "coraggio" della Regione nella gestione dei
fondi della programmazione europea con la politica di
"cofinanziamento" per un effetto leva sulle risorse. Acquaroli
ha sottolineato come le varie azioni della giunta, dalla sanità
all'internazionalizzazione fino all'accesso al credito non
producano risultati nell'immediato ma a medio e lungo termine.
Inoltre, il presidente ha contestato il dato citato dal
consigliere regionale Romano Carancini di un "-41% di export",
ribadendo: "a noi risulta -2%, fatta salva la questione
farmaceutica, un dato in linea con il dato nazionale". La
replica del governatore ha toccato anche il capitolo aeroporto
preso di mira dalle opposizioni: nello scalo di
Ancona-Falconara, "da tre anni i passeggeri sono raddoppiati e
se non faremo il record assoluto ci andremo vicino"; Acquaroli
ha rimarcato come proprio la "filiera istituzionale tanto
vituperata ci dà la possibilità di avere la continuità
territoriale" per Roma, Milano e Napoli. Quanto al prossimo
nuovo bando per la continuità territoriale, Il presidente ha
auspicato la possibilità di "restituire il volo bi-giornaliero
su Roma".
In chiusura d'intervento Acquaroli, in materia di Atim, ha
sottolineato che "trasparenza e legalità sono fari fondamentali
per chi amministra: noi abbiamo istituito con legge l'Atim e ne
sono fiero e orgoglioso perché dotare la Regione di un'Agenzia
per l'internazionalizzazione e il turismo è un fattore positivo
e che deve operare bene". Su "affidi sotto soglia", contestati
dalle opposizioni, Acquaroli ha osseravto: "non sono una
parolaccia ma una possibilità: di per sè non
sono illegittimi a meno che non sono messo a conoscenza di
qualcosa che devo verificare". "Voi avete la possibilità di
accedere agli atti: - ha detto alle opposizioni - io ho chiesto
una commissione che verificasse gli atti e, per primo, voglio
che siano verificati". "Non è vero che c'è la questione
controllore e controllato - ha ribattuto - La Commissione,
composta da più persone, deve verificare gli atti precedenti
alla nomina della dirigente, che controllerà atti di altri, e
fare una relazione di cui ne sono responsabili. Pensate che i
dirigenti siano in malafede? Ditecelo, dobbiamo fare chiarezza.
No a illazione per denigrare e diffamare".
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