Il Covid-19 ferma per la prima
volta la processione degli Incappucciati a Isernia, nata in
forma embrionale fra il XV e il XVI secolo, e che trovò una
struttura di effettiva sacra rappresentazione nel Settecento. Il
rituale del Venerdì Santo, con la processione del Cristo Morto,
si era svolto anche dopo calamità naturali e il bombardamento
angloamericano del '43.
Neppure l'epidemia di 'spagnola', dopo la Prima Guerra
Mondiale, aveva interrotto le funzioni religiose pasquali, che a
quel tempo vennero celebrate nell'attuale piazza Tullio
Tedeschi, dove era allestito un campo per curare i malati. La
tradizione degli Incappucciati - secondo una ricostruzione del
demologo Mauro Gioielli - è da collegare alla fondazione della
Confraternita del Santissimo Sacramente (1781). Il 'cappuccio'
veniva indossato dai portatori delle Statue del Cristo e
dell'Addolorata e da coloro che trasportavano i busti degli Ecce
Homo. Successivamente si sono aggiunti altri 'incappucciati'.
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