Il Csm ha reintegrato al suo
posto il pm Fabio Papa che torna in Procura a Campobasso nel
pieno delle sue funzioni inquirenti. Si conclude così la vicenda
che ha occupato negli anni le cronache molisane e nazionali dopo
che l'ex governatore dell'epoca in quota Pd, Paolo Di Laura
Frattura, nel dicembre 2014 aveva denunciato una tentata
estorsione ai suoi danni. Autori, a dire di Frattura, il
magistrato Fabio Papa e il direttore di Telemolise, Manuela
Petescia.
La presunta estorsione, rivelatasi poi inesistente, era stata
testimoniata dall'avvocato Salvatore Di Pardo, amico di
Frattura, originando così una vicenda giudiziaria durata sette
anni e finita con doppia assoluzione e sentenza passata in
giudicato ai fini penali.
Ora anche il Consiglio Superiore della Magistratura ha
dichiarato l'insussistenza degli addebiti e ha reintegrato Fabio
Papa al suo posto di sostituto procuratore presso la Procura di
Campobasso, mentre Frattura e Di Pardo sono stati raggiunti da
un avviso di conclusione indagini per calunnia emesso dagli
stessi pm che avevano sostenuto le accuse a carico di Papa e
Petescia nel processo di Appello celebratosi a Bari, il
procuratore capo Roberto Rossi e il procuratore aggiunto
Francesco Giannella.
I magistrati, al deposito delle motivazioni della sentenza di
Appello, a firma del presidente Giovanni Mattencini, non hanno
proposto ricorso in Cassazione e hanno invece concluso le
indagini a carico di Frattura e Di Pardo per calunnia.
Gli sviluppi della vicenda sono stati resi noti da alcuni dei
legali che si sono occupati della vicenda.
Soddisfazione è stata espressa dai legali Nicolino Cristofaro,
Paolo Lanese e Massimo Romano, che hanno difeso Papa e Petescia
a Bari, mentre l'avvocato Fabio Baranello, che ha seguito la
vicenda del Csm, ha commentato così il reintegro di Fabio Papa:
"Una pagina della storia del Molise da dimenticare, una brutta
vicenda che ha coinvolto a livello disciplinare un magistrato
integro e onesto".
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