"Anche gli impianti di
produzione di conglomerati bituminosi sono prossimi alla
chiusura in conseguenza dell'insostenibile aumento dei costi
dell'energia e delle materie prime, con ovvie ripercussioni
sull'occupazione e sui lavori da eseguire". E' il grido
d'allarme dell'Acem-Ance Molise che annovera tra i propri
iscritti anche queste aziende, in sofferenza a causa degli
eccezionali rincari che si sono verificati in questi mesi ed
oggi accentuati dagli effetti della guerra in Ucraina.
"In questa situazione - afferma il presidente
dell''Associazione, Corrado Di Niro - gli impianti di produzione
sono costretti a fermarsi in quanto, da un lato è difficoltoso
ottenere gli ammortizzatori sociali, dall'altro non possono
ricorrere alla revisione dei prezzi con le imprese clienti
costrette a loro volta ad eseguire i lavori nei tempi stabiliti
per non incorrere nelle penali e di conseguenza sono obbligati a
fermare la produzione con rischio occupazionale per numerosi
lavoratori".
Secondo l'Acem, dunque, "occorrono misure straordinarie per
evitare il blocco totale, come una deroga che conceda le
proroghe dei tempi per l'esecuzione dei lavori, oppure la
previsione di ammortizzatori sociali specifici per i titolari di
impianti. La situazione è drammatica - osserva Di Niro - si
registra un fermo progressivo delle attività. Ormai gli impianti
di produzione sono accesi solo per il minimo indispensabile, per
situazioni di emergenza o per lavori inderogabili ed urgenti da
consegnare, ma in queste condizioni non possono resistere oltre
e con il loro fermo tutti i lavori stradali resteranno bloccati.
Occorrono subito misure urgenti e straordinarie".
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