I canti struggenti del coro, gli
incappucciati scalzi, con la corona di spine e la croce in
spalla, la commozione e le preghiere dei fedeli hanno accolto il
ritorno, dopo due anni di pandemia, della processione del
Venerdì Santo a Isernia con la statua del Cristo morto e della
Madonna addolorata. Centinaia i partecipanti a uno dei riti
religiosi più sentiti in città che neppure il bombardamento del
1943 riuscì a fermare.
Le Confraternite religiose hanno riaperto la chiesa di Santa
Chiara, nel cuore del centro storico, dove avviene la vestizione
delle statue e di una parte degli incappucciati, ovvero i fedeli
penitenti che nascondono la loro identità con un cappuccio
bianco e una lunga tunica. La città si è fermata per circa tre
ore, il corteo religioso, aperto dal vescovo Camillo Cibotti, ha
percorso le strade della parte antica e moderna di Isernia, fino
a sciogliersi davanti alla Cattedrale dopo la benedizione.
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