"Con gli occhi pieni di
lacrime ti affidiamo Sonia. Vivo con voi l'abbraccio di tutta la
comunità. Se c'è una parola da poter dire è quella della fede,
del perdono e della misericordia". Così il vescovo della Diocesi
di Termoli-Larino Gianfranco De Luca durante l'omelia dedicata a
Sonia Di Pinto, la donna di 46 anni di Petacciato, uccisa il
giorno di Pasqua durante una rapina finita male nel ristorante
dove lavorava in Lussemburgo.
Nel pomeriggio l'intera comunità del paese si è stretta
attorno alla famiglia della vittima. Presente il compagno che
avrebbe dovuto sposarla il 14 maggio prossimo. Silenzio e
commozione durante il rito funebre.
"La rabbia dinanzi alla stupidità di un'aggressione per
qualche soldo deve lasciare il posto al perdono - ha aggiunto il
presule -. Al male si risponde con il bene. Non lasciatevi
catturare dalla superficialità, altrimenti si diventa complici
della malvagità. Il male produce morte. E', invece, l'amore che
vince. Sonia, un'innocente aggredita dalla stupidità dell'uomo,
dalla violenza gratuita, non è morta sola. Nessuno muore solo".
Presenti i volontari della Protezione civile del paese, di
cui Sonia Di Pinto faceva parte prima del trasferimento in
Lussemburgo. A loro il compito di supporto al rito funebre. "E'
un dolore troppo grande - dicono alcuni della Onlus -. Abbiamo
condiviso con lei tanti eventi, ma questo non ce lo saremmo mai
aspettato".
Chiusi nel silenzio i genitori della donna. I funerali,
iniziati dopo un breve corteo funebre partito dalla camera
ardente, sono proseguiti con una processione per la strada
centrale di Petacciato dove sono state liberate delle colombe e
lanciati dei palloncini bianchi tra gli applausi dei presenti.
In paese, oggi, è lutto cittadino.
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