La Corte di Cassazione, con
decisione dello scorso 13 giugno, ha confermato la sentenza
della Corte di Appello di Campobasso che ha accolto le domande
di diversi lavoratori, assistiti dagli avvocati Vincenzo
Iacovino e Vincenzo Fiorini, con cui avevano sostenuto che i
rapporti di Lavoro socialmente utili (Lsu) intercorsi con il
Comune di Venafro (Isernia) si erano in realtà svolti in
difformità dei progetti per i quali erano stati stipulati e si
erano connotati come svolgimento di lavoro dipendente. Lo rende
noto l'avvocato Enzo Iacovino. "La Corte d'Appello, dopo
un'attenta istruttoria - fa sapere il legale - ha ritenuto
comprovato l'inserimento dei lavoratori, nei lunghi periodi
ultradecennali, nell'organizzazione del Comune, per lo
svolgimento di un servizio rientrante nei suoi fini
istituzionali e con mansioni assolutamente ordinarie e connotate
da radicali difformità dal progetto. Il tutto con osservanza di
orari e disposizioni. Il Comune ha promosso ricorso in
Cassazione respinto".
La Cassazione "ha ritenuto correttamente valutata la
diversità di mansioni tra i progetti di Lsu e il lavoro
concretamente svolto presso l'Ente. La Corte di legittimità ha
ritenuto, inoltre, ininfluente la natura salariale corrisposta a
fronte dell'attività subordinata per il parametro della
direzione da parte dei superiori e dell'inserimento stabile in
un servizio proprio dei fini istituzionali del Comune qual è per
esempio l'Ufficio Gare con gestione, monitoraggio e
rendicontazioni delle opere pubbliche realizzate! Infine la
Cassazione ha confermato il dovuto risarcimento eurounitario da
abusiva reiterazione dei contratti a termine".
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