Cambiare il nome a Srebrenica, la
cui immagine sarebbe stata "profanata" e "infangata" dalla
risoluzione di condanna del genocidio adottata nei giorni scorsi
all'Onu. E' l'idea choc lanciata dal leader serbo-bosniaco
Milorad Dodik, e appoggiata dal sindaco di Srebrenica, Mladen
Grujicic, politico di etnia serba.
Srebrenica, la cittadina nell'est della Bosnia-Erzegovina
teatro del massacro di oltre 8 mila civili bosniaci musulmani
nel luglio 1995 ad opera delle truppe serbo-bosniache di Ratko
Mladic, fa parte della Republika Srpska, l'entità a maggioranza
serba del Paese balcanico, entità di cui Dodik è presidente.
Serbi e serbo-bosniaci, secondo i quali a Srebrenica non vi
fu nessun genocidio, hanno fortemente osteggiato la risoluzione,
proposta dalla componente musulmana della Bosnia-Erzegovina e
sostenuta dall'Occidente. In essa si stabilisce l'11 luglio
Giornata internazionale del ricordo del genocidio di Srebrenica.
Per Dodik, nel luglio 1995 a Srebrenica non vi fu alcun
genocidio, e il tutto è una colossale messa in scena da parte
dell'Occidente che sostiene la causa musulmana. "Non ci sono
state azioni militari l'11 luglio. A Srebrenica ora dicono di
essere stufi di tutte queste menzogne, e in tanti sono
favorevoli all'idea di cambiare il nome del loro Comune", ha
detto Dodik in una intervista televisiva. E ha aggiunto che il
varo della risoluzione all'Onu sta cambiando il rapporto della
Republikia Srpska con la Bosnia-Erzegovina. Sul possibile cambio
di nome si è detto favorevole il sindaco di Srebrenica. "Il nome
del nostro Comune è stato profanato e infangato nel mondo,
sopratutto dal voto sulla vergognosa risoluzione alle Nazioni
Unite", ha detto Grujicic, per il quale tutto ciò può
influenzare negativamente le relazioni interetniche, lo sviluppo
e l'economia del Comune e dell'intera zona. "Faremo tutto il
possibile per evitare che ciò accada e per consentire che
continui la vita normale dei residenti in questo luogo
pacifico", ha osservato il sindaco, che ha precisato come si
tratti per ora di una idea e come al riguardo non sia stata
presa ancora alcuna iniziativa ufficiale. Dura la reazione da
parte dell'Associazione delle vittime e dei testimoni del
genocidio, e del Movimento delle Madri di Srebrenica, che hanno
parlato di "idee fasciste". "Sfortunatamente per loro, i loro
crimini e i loro piani criminali sono stati giudicati dal
Tribunale dell'Aja e dalla Corte internazionale di giustizia.
possono cambiare i nomi delle città ma non possono nascondere la
verità", hanno sostenuto in una dichiarazione.
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