Dietro al massacro di ieri nella
casa di riposo in Croazia, dove a Daruvar, in Slavonia, sono
rimaste uccise sei persone e altre cinque ferite, ci sarebbe la
precaria situazione finanziaria dell'assassino, aggravata dal
suo consumo di alcol e di psicofarmaci. È quanto emerge dai
resoconti della stampa croata che cita varie fonti informate sul
massacro, il secondo omicidio di massa più grave per numero di
vittime mai avvenuto in Croazia, dopo una sparatoria nel 1993
che aveva fatto nove morti. Krešimir Pahoki, di 51 anni, l'
agente della polizia militare in pensione autore della strage, è
stato arrestato ieri mattina subito dopo la sparatoria in un bar
poco distante dalla casa per anziani.
L'uomo, che non ha opposto resistenza, aveva con sé la
pistola con cui aveva appena ucciso un dipendente della
struttura, quattro donne anziane, tra le quali anche la propria
madre, e ferito a morte una quinta signora, spirata alcune ore
dopo in ospedale. Prima di recarsi nell'ospizio aveva detto ai
conoscenti nel bar di dover "sbrigare una faccenda", parole che
indicano la premeditazione. Il suo obiettivo era la madre, la
prima delle sue sei vittime. Con lei aveva rapporti stabili, ma
non una relazione sana, e veniva molto di rado a farle visita,
solo quando si recava a pagare il conto delle spese all'ospizio.
Infatti, stando alla stampa, la permanenza della madre nella
piccola struttura privata - che ospitava una ventina di donne
anziane - veniva saldata mensilmente dalla pensione modesta
della stessa donna, fonte che però non copriva tutti i costi e
il figlio ogni mese doveva aggiungere alcune centinaia di euro
dalla sua di pensione, che ammonta a circa 800 euro.
Pahoki questo mese non aveva ancora saldato il conto per la
madre e dalla casa di risposo era stato più volte sollecitato a
farlo. Questa non sarebbe stata la prima volta, e pare che per
risolvere la situazione la madre aveva espresso l'intenzione di
regalare una modesta casa di sua proprietà alla residenza per
anziani, immobile in cui abitava l'assassino. Pahoki inoltre
aveva da molti anni problemi con l'alcol e faceva uso di
psicofarmaci. L'uomo era conosciuto alla polizia per
comportamenti violenti in stato di ubriachezza.
L'ultimo incidente risale a un mese fa quando era stato messo
in stato di fermo per una rissa in un bar con un conoscente,
culminata con la pistola puntata alla nuca della vittima. Alcuni
organi di stampa indicano anche una responsabilità indiretta
della polizia che intervenendo in questo caso non ha trovato o
non ha sequestrato l'arma, la stessa usata ieri nella
sparatoria, che Pahoki deteneva senza un porto d'armi.
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