Il governo tedesco di Olaf Scholz,
deciso a dare una stretta sul dossier immigrazione per provare a
frenare l'ascesa elettorale dell'ultradestra dell'Adf, sta
valutando un accordo con il Ruanda che potrebbe prevedere
l'utilizzo - come una sorta di hotspot - delle infrastrutture
realizzate nel Paese africano nell'ambito del controverso,
abortito piano sottoscritto a suo tempo con il Regno Unito.
Piano promosso dai governi conservatori degli ultimi anni, ma
seppellito dal nuovo esecutivo laburista di Keir Starmer dopo la
vittoria elettorale del 4 luglio.
L'ipotesi, comparsa su alcuni media della Germania e
rimbalzata poi sull'isola, ha innescato una polemica nel Regno,
anche se resta tutta da verificare ed eventualmente da
precisare. Incalzato dai giornalisti, una portavoce di Downing
Street si è limitata a dire che Stramer - il quale aveva
liquidato il progetto sul trasferimento in Ruanda di quote di
richiedenti asilo sbarcati illegalmente come inefficace e
costoso - "non commenta" possibili accordi bilaterali fra due
Stati stranieri. Mentre dal fronte Tory, che continua a
rivendicare il potenziale dissuasivo attribuito a quel piano,
sono scattati immediatamente attacchi beffardi al nuovo premier:
accusato di lassismo in particolare dall'ex ministro Robert
Jenrick, falco anti-immigrazione e candidato nella corsa per la
successione a Rishi Sunak come prossimo leader del Partito
Conservatore, secondo il quale il piano Ruanda avrebbe dovuto
essere "modificato" in forma più draconiana e attuato, non certo
abbandonato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA