La Repubblica ceca corre in soccorso di Radio Free Europe/Radio Liberty dopo il taglio dei fondi deciso dall'amministrazione Trump.
L'emittente,
storicamente in prima linea contro la propaganda di Mosca e
Teheran, potrà contare sul sostegno di Praga, che ne ospita la
sede dal 1995: "Faremo tutto il possibile per permetterle di
continuare a svolgere questo ruolo fondamentale", ha detto il
premier ceco Petr Fiala al Financial Times, chiedendo "una
coalizione di Stati per una soluzione europea".
Fondata nel 1950 per contrastare la propaganda dei regimi
comunisti e offrire un'alternativa libera ai cittadini oltre la
cortina di ferro durante la Guerra Fredda, Radio Free Europe
dipende dai fondi federali statunitensi.
I tagli voluti da Trump
rientrano nel piano più ampio del tycoon che prevede la
riduzione degli aiuti all'estero e lo smantellamento della
'cugina' Voice of America, l'emittente pubblica americana creata
durante la Seconda guerra mondiale. "So cosa significava per me"
Radio Free Europe "ai tempi del comunismo", ha sottolineato
Fiala, dicendosi "molto orgoglioso" di ospitarla. Nei giorni
scorsi il ministro degli Esteri ceco, Jan Lipavsky, si era
spinto a suggerire un'acquisizione europea per l'emittente che
trasmette in 27 lingue in 23 Paesi, molti dei quali con gravi
restrizioni alla libertà di stampa.
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