di Sabina Rosset
Ribadita "l'identità europea del
popolo della Repubblica di Moldavia" e "l'irreversibilità del
percorso europeo" si dichiara "l'integrazione nell'Unione
Europea come obiettivo strategico": su questo quesito la
Moldavia ha votato e se le primissime proiezioni sono
rappresentative ha letteralmente gelato le aspettative per il
referendum per il cambio della Costituzione fortemente simbolico
voluto dalla presidente europeista Maia Sandu, facendo vincere
clamorosamente il No. Il voto non è vincolante per l'adesione
della Moldavia all'Ue, ma se lo spoglio confermerà il primo dato
segna di certo una battuta d'arresto nella corsa verso occidente
del Paese: a 456 sezioni su 2.219 scrutinate il No è in testa
con il 58,1%, contro il 41,9% del Sì. Un clamoroso rovesciamento
rispetto al 55% per il Sì previsto dai sondaggi della vigilia,
che solleva inevitabilmente anche grandi interrogativi sulla
capacità della guerra ibrida condotta da Mosca sul territorio
moldavo. Il voto dalle primissime proiezioni delle presidenziali
sembra poi una vittoria amarissima per Sandu, che guida con il
34,1%: non solo dovrà giocarsela al ballottaggio con il
socialista filorusso Alexandr Stoianoglo, ma porta a casa (in
319 sezioni su 2.219) un risultato nettamente inferiore al
sondaggio Cbs-Axa che la vedeva al 35,8%. La Commissione
elettorale pur registrando diversi incidenti ha dichiarato
valido il voto, che ha visto un'affluenza piuttosto alta: il
51,5% alle 21 rispetto al 48,3% registrato alla stessa ora nelle
politiche del 2021 e al 45,6% delle presidenziali del 2020. Nel
primo pomeriggio di lunedì ci sarà la valutazione sul voto degli
osservatori Ocse. Nella giornata elettorale le autorità
elettorali moldave hanno segnalato grande affluenza nei seggi di
Francia, Italia, Turchia, Romania, Belgio o Russia. In Romania,
in particolare, a metà giornata si registravano lunghissime code
al di fuori dei seggi allestiti a Bucarest. Il ministero degli
esteri moldavo ha anche parlato di code create artificialmente
nei due seggi di Mosca, per ostacolare le operazioni di voto. La
polizia moldava ha denunciato anche alcune gravi violazioni del
processo elettorale, segnalando in particolare 34 episodi come
schede fotografate, danneggiate, voti comprati, manifestazioni
non autorizzate, o il trasporto organizzato degli elettori, e
persino casi di teppismo. Nei giorni scorsi erano scattate
centinaia di arresti delle ultime ore per fermare una pervasiva
macchina di corruzione elettorale. L'agit-prop, è emerso in
particolare, è stato spregiudicato pur di destabilizzare questo
piccolo e povero Stato tra Romania e Ucraina, poco più grande
della Lombardia, 3 milioni e mezzo di abitanti: una pioggia di
quattrini, 15 milioni di euro, incanalati nel Paese
dall'oligarca fuggitivo Ilan Shor, che oltre a martellare i
moldavi con diversi canali Telegram (il più noto, Evrasia, è
stato chiuso), avrebbe pensato bene anche di cercare di comprare
il No di 130 mila elettori. Mosca nega ogni ruolo, ma a render
il quadro più minaccioso, si aggiunge anche la presenza di circa
2 mila soldati russi di stanza alle porte di casa, nel
territorio dell'autoproclamata repubblica indipendente
filo-russa della Transnistria (non riconosciuta dai Paesi Onu
per i quali è formalmente parte della Moldavia), e la
vicinissima guerra in Ucraina.
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