(di Valentina Roncati)
Tutelare le attività e i progetti di
ricerca, per garantire una solida cornice di sicurezza rispetto
a intrusioni straniere, essenziale per offrire affidabilità ai
partner scientifici e rispondere ad una necessità fortemente
avvertita anche all'interno dello stesso sistema della ricerca.
Questo l'obiettivo che si propone il 'Piano d'azione nazionale
per tutelare l'università e la ricerca italiana dalle ingerenze
straniere' che sarà presentato domani a Palazzo Chigi.
L'intento del governo è fermare sul nascere le
intromissioni dei paesi stranieri nei nostri atenei. Il
principale sospettato è la Cina ma sul banco degli imputati ci
sono anche la Russia e l'Iran; ora l'arrivo di Trump alla Casa
Bianca rischia di rendere tutto il quadro ancora più instabile.
Brevetti, licenze tecnologiche, scoperte scientifiche,
sperimentazioni, tutto è potenzialmente a rischio: nei mesi
scorsi la Germania ha lanciato un allarme che tuttavia risale a
molto tempo fa.
Già nel 2022 , infatti, il Copasir aveva ascoltato in
audizione l'allora ministro dell'Università e della Ricerca,
Maria Cristina Messa, con la quale aveva approfondito proprio
il tema della tutela del sistema dell'università e della
ricerca quale asset strategico per il Paese "e potenziale
oggetto di ingerenza da parte di attori statuali stranieri".
Questo aspetto, del resto, era stato già evidenziato nella
Relazione annuale al Parlamento sull'attività del
Comitato. Nel documento si sottolineava il "crescente
l'interesse da parte di attori statuali stranieri, in
particolare cinesi, nei confronti del mondo accademico italiano,
in special modo per quegli ambiti nei quali più avanzata
risulta l'attività di ricerca. Diverse sono le modalità con le
quali viene instaurato tale rapporto. Talvolta si tratta di
legami tra Università italiane e istituti per la diffusione
della cultura del Paese straniero interessato. In altri casi si
traduce nella costituzione di accordi di collaborazione tra
aziende straniere, spesso sottoposte al controllo statale, e
atenei italiani. A fronte del finanziamento delle attività di
ricerca erogato da parte del partner privato, ci si espone al
concreto rischio di una sottrazione di tecnologia e know how".
Il ministero dell'Università, che da tempo lavora sul tema,
ha progettato un sistema di alert che punta a scovare intrusioni
sospette. Di questo ed altro parleranno domani il ministro
dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini, il
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano,
il presidente della Crui Giovanna Iannantuoni e il presidente
della Conper (Consulta nazionale dei presidenti degli Enti di
ricerca) Antonio Zoccoli. La presentazione del piano ha avuto
una accelerazione inaspettata. Si va - spiegano fonti
dell'Esecutivo - nella direzione indicata dalla raccomandazione
adottata a maggio dal Consiglio europeo, relativa al
rafforzamento della sicurezza della ricerca, per affrontare i
rischi derivanti dalla cooperazione internazionale, connessi a
trasferimento indesiderato di conoscenze, ingerenze straniere e
violazioni dell'etica o dell'integrità. Il piano d'azione viene
paragonato allo strumento del golden power, i poteri speciali
che ora il governo può esercitare sul fronte dell'innovazione
prodotta dalle aziende, per tutelare l'interesse nazionale.
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