Microsoft ha pubblicato i dati della terza edizione del Work Trend Index "Will AI fix work?", che evidenzia le opportunità offerte al mondo del lavoro dalle nuove piattaforme di Intelligenza Artificiale. Il dato più interessante è che il 62% degli italiani si dichiara disposto a delegare più compiti lavorativi all'IA. Secondo il 74% dei manager del nostro Paese però, i dipendenti avranno bisogno di nuove competenze per essere pronti alla crescita della tecnologia e non esserne sopraffatti. Lo studio annuale comprende le risposte di un pubblico di circa 31 mila persone in 31 Paesi, tra cui l'Italia.
Nonostante la diffusa preoccupazione per la sostituzione dei posti di lavoro da parte dell'IA, i dati rivelano che solo il 42% degli Italiani - dato più basso rispetto al 49% globale - teme l'intelligenza artificiale. Tra i compiti che i connazionali demanderebbero volentieri compaiono le attività amministrative (67%) e quelle di analisi (68%), insieme a qualche compito più creativo (55%). I dati del report dimostrano inoltre che in Italia il 27% dei leader aziendali sarebbe disposto ad utilizzare gli strumenti di Ia per supportare la propria forza lavoro, invece di sostituirla.
La riduzione dell'organico è infatti l'ultimo punto della lista di ciò che i leader apprezzerebbero, votato solo dal 12% dei rispondenti. I manager sperano che l'Ia possa aiutare i propri dipendenti a svolgere compiti necessari ma ripetitivi, aumentando il benessere dei lavoratori, riducendo il tempo trascorso in attività di scarso valore e accelerando il ritmo di lavoro. L'innovazione, per Microsoft, potrebbe ridurre il cosiddetto "debito digitale", ossia l'afflusso di dati, e-mail, riunioni e notifiche che le persone non riescono a gestire e che rallentano il pensiero critico e creativo. Non a caso, il 68% delle persone a livello globale dichiara di non avere abbastanza tempo per concentrarsi durante la giornata lavorativa, mentre il 62% deve dedicare troppo spazio alla ricerca di informazioni.
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