(di Mauro Barletta) (ANSA) - TORINO, 28 GEN - "Je suis Errì": all'improvviso spunta questo cartello nell'aula del tribunale di Torino dove Erri De Luca si presenta nella veste come imputato di istigazione a delinquere. Lo scrittore è stato citato in giudizio per avere proclamato la necessità di sabotare il Tav. E il popolo No Tav lo accoglie come un uomo-simbolo.
Il procuratore aggiunto Andrea Beconi mette subito le cose in chiaro: "Qui non si sta cercando di comprimere un diritto fondamentale come la libertà di manifestare il proprio pensiero.
E nemmeno di entrare nella diatriba sul Tav. Si tratta solo di verificare se è stato commesso un reato". De Luca ascolta tranquillo nell'aula gremita dai suoi fan, da fotografi e giornalisti italiani e stranieri. "Se sarò condannato - dirà alla fine - non farò ricorso. Quello che devo dire è quello che ho già detto. Sono le mie convinzioni".
De Luca, che è vicino al movimento No Tav ("la sua è una lotta civile e democratica"), viene accolto da una piccola folla di sostenitori. In aula, durante le pause, firma copie del suo ultimo libro, "La parola contraria", interamente dedicato al processo, che viene distribuito gratuitamente dagli attivisti ai cancelli del Palagiustizia. Dal fondo qualcuno espone il cartello "Je suis Erri" (il giudice lo fa togliere) ma lo scrittore rifiuta garbatamente qualsiasi parallelo fra la propria vicenda e "il massacro" alla redazione di Charlie Hebdo.
Oggi è sul banco degli imputati per un paio di interviste rilasciate nel 2013. "Sabotaggio - chiosa oggi - è una parola nobile, usata anche da Gandhi. Dicono che ho istigato. Bene, vorrei tanto sapere i nomi di chi avrei istigato".
L'avvocato Alberto Mittone, che denunciò De Luca per conto di Ltf (la società che si occupa della Torino-Lione), ribatte che "le parole hanno pesi e implicazioni differenti a seconda di chi le pronuncia". Beconi ricorda che in quei mesi gli attacchi al cantiere erano quanto mai frequenti. Ma soprattutto che l'istigazione è, tecnicamente, un reato "di pericolo": quindi "non è necessario dimostrare che qualcuno si sia ispirato a De Luca e che i danneggiamenti sono la diretta conseguenza delle sue parole, ma solo se quelle dichiarazioni abbiano condizionato le strategie dei No Tav".
"Il reato di istigazione - aggiunge il pm - è certamente discutibile e si presta a strumentalizzazioni. Ma nell'ordinamento esiste e dobbiamo farci i conti. E noi riteniamo che questo sia un caso che meriti un approfondimento in tribunale". "De Luca - si oppone il suo avvocato, Gianluca Vitale - si esprime pubblicamente su una quantità di argomenti sensibili. E' mai possibile dimostrare che eserciti la sua influenza su tutto quello che accade nel mondo? Se è così, è libero solo di parlare della coltivazione delle patate". Il penalista, per ora, la spunta su un argomento: non è stata accettata la testimonianza di Mario Virano, presidente dell'Osservatorio sulla Torino-Lione. "Altrimenti - commenta - questo processo si sarebbe trasformato in una apologia del Tav".
Si rinvia al 16 marzo. De Luca dice che la Torino-Lione "si saboterà da sola per mancanza di soldi". I fan applaudono.
(ANSA).