Nuovi guai giudiziari per Vincenzo D'Alcalà, 59 anni, noto come il 'reuccio di Santena', una condanna definitiva a sei anni e dieci mesi per rapina, estorsione e usura. Un'ordinanza di custodia cautelare gli è stata notificata nel carcere di Cuneo, dove è detenuto. E' accusato con Francesco Rossi, anche lui già in carcere per bancarotta fraudolenta e riciclaggio, di essersi impossessato dell'eredità di due coniugi residenti a Santena e morti nel 2011.
Per il pm Roberto Furlan, che ha coordinato le indagini, i due sarebbero entrati in possesso di un carnet di assegni dei defunti con i quali hanno acquistato la quota - un milione di euro - di una società con sede in Svizzera. Gli assegni, una volta all'incasso, sono risultati scoperti e la società elvetica, in realtà riconducibile a Rossi, ha emesso una serie di decreti ingiuntivi nei confronti del curatore dell'eredità.
D'Alcalà e Rossi sono così entrati in possesso di un paio di immobili, che sono stati sequestrati, e di un'auto.
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