Dal 3 maggio il Mao Museo d'Arte
Orientale propone una nuova esposizione di stampe e dipinti
giapponesi che, dopo il previsto periodo di riposo, quasi tre
anni al riparo dalla luce e in ambienti dal microclima ottimale,
saranno nuovamente godibili dal pubblico.
Tra questi otto kakemono (dipinti verticali) che raccontano
la produzione pittorica giapponese tra il XVIII e il XIX secolo.
Tra le opere più interessanti un trittico benaugurale del famoso
Maruyama kyo (1733-1795). Nel lungo corridoio, immagine di un
sentiero in un bosco di bambù, è esposta la seconda parte della
serie 'Le carte di Genji di Murasaki Shikibu' di Utagawa
Kunisada II' (1823-1880), dedicata al capolavoro della
letteratura giapponese 'Genji Monogatari', sulla vita di Genji,
uno dei figli che l'imperatore ebbe da una concubina. Infine
sono esposti alcuni trittici e surimono, piccole stampe
augurali, e tre bijinga, ritratti di belle donne, di Kitagawa
Utamaro (1754-1806). Oltre al grande dipinto 'Tigre tra rocce e
pini' di Kishi Ganku.
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