E' stata discussa stamani davanti
alla Corte Costituzionale, a Roma, la questione di legittimità
sollevata da un giudice di Torino sul caso Eternit. La Consulta
deve sciogliere un nodo legato alle norme sul cosiddetto 'ne bis
in idem', il principio in base al quale non si può essere
processati due volte per lo stesso fatto.
A Torino l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è
imputato di omicidio con dolo in relazione al decesso, dovuto al
contatto con l'amianto, di 286 persone. La difesa però afferma
che Schmidheiny è già stato giudicato nell'ambito del primo
processo Eternit, dove rispondeva di disastro ambientale (reato
prescritto), e oggi ha invitato la Consulta a sollevare una
pregiudiziale alla Corte di giustizia dell'Ue. Parti civili e
Avvocatura dello Stato hanno invece chiesto di non accogliere la
questione e di riprendere il processo torinese. "Ci sembrerebbe
assurdo non ci fosse la possibilità di avere un verdetto", ha
detto Assunta Prato, dell'associazione dei familiari delle
vittime.
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