Non esiste un "diritto soggettivo" a
mangiare il panino portato da casa "nell'orario della mensa e
nei locali scolastici" e la gestione del servizio di refezione è
rimesso "all'autonomia organizzativa" delle scuole.
Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione,
accogliendo il ricorso del Comune di Torino, ribaltando una
pronuncia favorevole ai genitori degli alunni che preferivano
alla mensa il pasto portato da casa.
"Alla luce del nuovo pronunciamento delle Sezioni Unite,
l'Amministrazione procederà a supportare le famiglie e le scuole
nelle prossime delicate fasi organizzative che conseguono al
suddetto pronunciamento", commenta l'assessora all'Istruzione
della Città di Torino, Antonietta Di Martino.
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