A quasi sei anni dai fatti contestati è cominciato a Torino un maxi-processo per le manifestazioni di protesta popolare organizzate dal movimento dei Forconi nel dicembre del 2013. La causa si riferisce, in particolare, i blocchi stradali che per tre giorni si susseguirono a Pinerolo e nel circondario. Gli imputati sono 45 e rispondono di interruzione di pubblico servizio (per gli stop imposti agli autobus di linea) in relazione alla violenza privata. Il primo dei testimoni ascoltati dai giudici, un automobilista, ha comunque precisato che i dimostranti non gli fecero perdere più di cinque minuti e che il ritardo non ebbe gravi conseguenze perché stava tornando a casa dal lavoro.
Le manifestazioni dei Forconi si tennero in diverse località italiane. A Torino ci furono incidenti in piazza Castello, davanti al palazzo della Regione Piemonte.
"Dal punto di vista dell'ordine pubblico era una situazione abbastanza incandescente". Così un maresciallo dei carabinieri, Mauro Paletto, ha illustrato al tribunale di Torino il clima vissuto durante i giorni delle proteste dei Forconi tra il 9 e l'11 dicembre 2013 nella zona di Pinerolo. Il sottufficiale ha testimoniato oggi all'apertura del maxi-processo a 45 persone imputate per i blocchi stradali che mandarono in tilt la circolazione. La comandante dei vigili urbani di Pinerolo, Ermenegilda Aloi, ha raccontato che, insieme al sindaco, tentò di convincere uno dei promotori a desistere. Il comandante della stazione dei carabinieri di Luserna San Giovanni, Nunzio Raia, ha riferito dei problemi subiti dai camionisti che dovevano entrare o uscire dall'area industriale del paese e un suo collega, l'ex comandante di Fenestrelle Filippo Ferraioli, ha aggiunto: "Tutte le persone della vallata avevano difficoltà a scendere. Una donna presentò una querela perché la sua automobile fu presa a calci".
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