"Bisogna ripensare il posto di
lavoro per l'uomo, non l'uomo per il posto di lavoro. Solo
mettendo al centro le persone, come fecero Adriano Olivetti a
Ivrea e Napoleone Leumann a Collegno, possiamo ripartire dopo il
lock-down". È la tesi proposta nel libro 'Tempo di Iop: Intranet
of People' del giornalista milanese Filippo Poletti, stampato da
Dario Flaccovio, in libreria da sabato scorso.
Il volume, che avrebbe dovuto essere presentato al Salone del
Libro di Torino, sarà al centro del dibattito del 14 agosto a
Bardonecchia nell'ambito della rassegna estiva 'Scena 1312'.
"Il coronavirus ha creato una frattura tra aziende e
lavoratori - scrive in apertura Poletti, collaboratore del blog
dedicato al lavoro del Fatto Quotidiano -. Anche chi ha fatto
smart working si è trovato distante dai colleghi. È tempo di
ritrovare la piena unità d'intenti a partire da una
comunicazione interna aziendale che funga da motivatore". Un
intero capitolo del libro è dedicato alla Olivetti, "esempio di
un'azienda che non pensò solo al profitto. Basti pensare -
aggiunge Poletti - al lancio della storia macchina da scrivere
Lettera 22 che coinvolse in prima persona i dipendenti facendoli
essere partecipi e orgogliosi".
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