Il pianerottolo del pronto soccorso del Maria Vittoria di Torino invaso dalle barelle è l'ultima immagine degli effetti della pandemia sul sistema sanitario piemontese. Scene di 'ordinario' sovraffollamento, come quelle viste nei giorni scorsi nei nosocomi di Chivasso e di Rivoli, che tengono alta l'attenzione della Regione. Il governatore Alberto Cirio si è recato di persona in ospedale, e per gestire i pazienti è stata attivata una task force.
"La situazione è sotto controllo", assicura l'assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, ma per il sindacato degli infermieri Nursind - che ha diffuso le immagini - si tratta di situazioni sempre più frequenti. "Dopo un anno di pandemia negli ospedali - denuncia il segretario piemontese della sigla, Francesco Coppolella - non è cambiato nulla". E intanto proseguono i controlli dei carabinieri del Nas in tutte le strutture sanitarie. Sono 4.249 i ricoverati per Covid nelle strutture sanitarie regionali, tra cui 376 pazienti in terapia intensiva. Numeri ancora lontani dal picco della prima ondata, quando i ricoveri erano stati oltre 5.200 ed era stato necessario allestire un Covid Hospital al Parco del Valentino, ma che costringono a "gestire la pressione". "L'afflusso di pazienti è importante e ne stiamo trasferendo fuori Torino, dove la situazione è migliore", ammette l'assessore Icardi, secondo cui "quella foto non rappresenta comunque la realtà degli ospedali piemontesi. E' stato fotografato un momento di punta - spiega - in meno di un'ora era già tutto risolto".
Una cinquantina di persone, tra pazienti Covid positivi e non, sono stati trasferiti in reparti degli ospedali Martini, Amedeo di Savoia, Sperino Oftalmico e Piccola Mole, nonchè in altre strutture esterne all'Asl Città di Torino, mentre il Maria Vittoria, che già aveva attivato sette posti letto di terapia semi-intensiva, ha allestito un reparto di ulteriori 22 posti letto. Eppure per il Nursind "il sistema fa ancora acqua". "Difficile in queste condizioni con pazienti ad alta complessità, senza posti letto e con personale insufficiente, dare respiro ai pronto soccorso, nuovamente in grave difficoltà - è l'allarme del sindacato -. Evidentemente, non sono bastate la prima e la seconda ondata per organizzarci diversamente e il timore e che non basterà neanche la terza a vedere la realtà dei fatti. Tutti speravamo che dopo la prima ondata della pandemia avremmo costruito un sistema sanitario migliore, ma così non è stato".
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