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Torino: consiglieri uscenti tra malinconia e umorismo

comunali

Torino: consiglieri uscenti tra malinconia e umorismo

Riflessioni e anatemi, 'chi non mi ha votato peste lo colga'

TORINO, 05 ottobre 2021, 16:50

Redazione ANSA

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Il Municipio di Torino in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Municipio di Torino in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Municipio di Torino in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Quindi adesso che non sono più eletto posso scrivere le parolacce sui social?". Il pentastellato Fabio Versaci è uno dei consiglieri comunali uscenti di Torino (ne è stato anche presidente) e per congedarsi sceglie la strada dell'umorismo. Il giorno dopo il voto, con i risultati ormai scolpiti nel granito, per chi dovrà lasciare la Sala Rossa è quello del malinconico ultimo saluto alla cittadinanza. Non c'è più spazio per i proclami o le illusioni: qualcuno prova ad annacquare il magone con un sorriso, altri intingono la penna nell'amarezza o in dissertazioni sull'andamento della consultazione sia a livello locale che nazionale. Ci sono post che hanno il sapore di un testamento politico.
    Uno è quello di Viviana Ferrero: "Per avere mantenuto le posizioni di coerenza sul programma mi sono resa invisa alla sindaca Chiara Appendino che certo non avrebbe mai portato avanti la mia candidatura. La mia appartenenza al mondo 5 stelle si chiude oggi con la fine di un sogno". Marina Pollicino, del gruppo Connessione Civica, condivide un post di Gianluigi Paragone contro il Green Pass, poi solleva il tema dell'astensionismo, che a Torino ha toccato vette mai viste prima: "Che gli frega ai partiti del problema?", chiede ai followers.
    Alla mancata rielezione si reagisce in tanti modi, scherzando o ragionando. Daniela Albano (M5S) fa un "mea culpa" - anzi un "mega culpa", come si legge sul suo profilo - per il proprio risultato personale: "233 preferenze sono proprio pochine".
    Raffaele Petrarulo, di Forza Italia, si dice contento ("sono finito quinto dietro a persone dedite alla politica o omissis"), poi ringrazia chi lo ha votato e lancia un anatema contro chi gli aveva detto che lo avrebbe fatto ma, evidentemente, si è rimangiato la parola: "Un augurio solo, che peste lo colga e che il Karma provveda".
   

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