Gravemente malato, ha chiesto di potere riabbracciare il padre, che vive a 7.000 chilometri di distanza, in Ghana. E il paese che l'ha accolto in Italia ha soddisfatto il suo desiderio, in silenzio, con la massima discrezione possibile, mobilitandosi in una gara di solidarietà. E' la toccante storia di John, un migrante ghanese di 25 anni, sbarcato qualche anno fa a Lampedusa dopo un viaggio su un barcone partito dalla Libia. Aveva trovato lavoro in Italia, in un'azienda vinicola di Vignale Monferrato (Alessandria) poi il male l'ha costretto a fermarsi. A svelarla oggi, all'Angelus, è stato papa Bergoglio. John "per arrivare qui ha sofferto tutto quello che soffrono tanti migranti, - ha detto il pontefice - e alla fine si è sistemato nel Monferrato, ha incominciato a lavorare, a fare il suo futuro. E poi si è ammalato di un cancro terribile. E' in fin di vita. E quando gli hanno detto la verità, cosa avrebbe voluto fare, [ha risposto:] 'Tornare a casa per abbracciare mio papà prima di morire'". Per soddisfare la richiesta del giovane, Vignale si è mobilitata, organizzando il viaggio in aereo in Africa, per lui e un accompagnatore. E' stato raccolto il denaro necessario per i voli e per le medicine. Arrivato in Ghana, John ha mandato un messaggio vocale al sindaco di Vignale, Tina Corona, e al consigliere Gian Mario Cotti. "Sto bene. Un po' meglio sì. Siamo arrivati. Grazie, grazie tanto. Salutami tutta Vignale, la famiglia, la casa e tutto. Ok? Ciao ciao, Mario". Il giovane ghanese, ricoverato nell'hospice 'Monsignor Zaccheo' di Casale Monferrato, si è aggravato in brevissimo tempo dopo la diagnosi di carcinoma al fegato. Le terapie non sono riuscite a fermare il tumore. John, credente, di fede cattolica, a chi l'assisteva, medici, infermieri, operatori socio-sanitari, psicologi, impegnati ad alleviargli le sofferenze, ha confidato di voler tornare a casa per riabbracciare la famiglia, il padre e i fratelli. "Tutti uniti per un ragazzo e una storia che non possono non rimanerti nel cuore. E quando oggi - fanno sapere dall'hospice - ci siamo riconosciuti nelle parole di Papa Francesco non potevamo che essere orgogliosi e lusingati del lavoro fatto".
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