"Il caso Zaki è il primo corto
circuito del corso pop del nuovo Salone, quando la politica
lascia campo libero al mercato succedono questi inconvenienti.
Se ci fosse stato un direttore diverso, ad esempio la
Loewenthal, non credo che sarebbe successo". Lo ha detto
Maurizio Marrone, assessore alle Politiche Sociali della Regione
Piemonte, a margine della presentazione del festival Radici
sulle identità. "Dico solo che il Salone doveva iniziare al
Sermig e invece inizia in un ex centro sociale", ha aggiunto, a
poche ore dall'incontro di Zaki al circolo culturale Hiroshima
Mon Amour inizialmente previsto all'Arsenale della Pace-Sermig.
"La censura è di per sé deprecabile, non censurare è il
presupposto della cultura. Ci sono però questioni di opportunità
e di delicatezza del momento. Hanno tutti il diritto di
presentare libri e di ricevere premi. Si trattava di rimandare o
valutare", osserva Elena Loewenthal, direttrice del Circolo dei
Lettori, "Non mi pronuncio sulle decisioni del Salone - aggiunge
- e sono per la libertà di espressione, c'è però un tema che è
quello della delicatezza del momento. Ci sono le dichiarazioni
di Zaki, quello che ha detto e anche quello che ha taciuto. È
una questione di competenza e sensibilità che personalmente non
approvo. Andiamo ad ascoltare una voce che ha dimostrato scarsa
competenza e sensibilità, liberissima l'organizzazione di
metterlo sul palco, liberissimo il pubblico di andare".
Polemico lo scrittore Giuseppe Culicchia, che faceva parte
della squadra di consulenti di Nicola Lagioia, a cui la nuova
direttrice Annalena Benini non ha confermato il rapporto: "Se
non avrò un libro in uscita nei giorni del Salone andrò al
mare".
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