"Ci aspettiamo che la giudice
accolga la nostra opposizione e che nel prosieguo delle indagini
vengano individuati i responsabili. Non vorremmo che il nostro
caso si trasformasse in una anticipazione del 'Ddl sicurezza',
con i suoi privilegi alle forze di polizia e con la sua
concezione autoritaria dello Stato". Lo ha dichiarato oggi
all'ANSA, a Torino, la giurista Alessandra Algostino, docente
universitaria di diritto costituzionale, prima di lasciare il
Palazzo di giustizia del capoluogo piemontese. Il riferimento è
all'inchiesta nata dalla denuncia in cui lei e la collega Alice
Cadauro affermano di essere state colpite senza ragione dalle
forze dell'ordine nel corso di una carica, nel dicembre del
2023, al termine di una manifestazione antifascista davanti al
Campus Einaudi. La procura ha chiesto l'archiviazione del
procedimento, che è rimasto a carico di ignoti, e oggi i legali
delle due docenti, Roberto Brizio e Gianluca Vitale, hanno
esposto alla gip Francesca Pani le ragioni della loro
opposizione.
Algostino e Cadauro affermano che erano presenti solo in
qualità di osservatrici e che l'azione delle forze dell'ordine
ebbe luogo all'improvviso in un momento in cui non c'erano
tensioni con i dimostranti. Nella proposta di archiviazione la
procura avrebbe parlato di "uso legittimo" dei manganelli da
parte degli operanti.
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