Nell'ambito delle celebrazioni
organizzate dal Consiglio regionale per i 600 anni del Drapò -
la bandiera del Piemonte che sventola su tutti gli edifici
pubblici della Regione accanto al tricolore italiano e alla
bandiera europea - è stato presentato oggi a Palazzo Reale un
volumetto che ne ripercorre le vicende: da storica bandiera di
guerra dei Savoia a simbolo dell'identità piemontese e della
riscoperta delle radici.
Il vessillo con la croce bianca in campo rosso sovrastata da
un lambello azzurro compare per la prima volta nel 1424, quando
il duca Amedeo VIII conferì al figlio il titolo di Principe di
Piemonte, che designa l'erede al trono e individua un territorio
allora esteso da Aosta fino a Nizza. Viene recuperato come
stemma della Regione nel 1979, dopo che il Consiglio regionale
bandì un concorso rivolto alle scuole. L'elaborato con il
disegno del Drapò è stato riscoperto proprio durante le ricerche
per scrivere il libro. Il volumetto è firmato dallo storico e
divulgatore Michele D'Andrea e dall'esperto di bandiere Enrico
Ricchiardi, ed è pubblicato dal Centro Studi Piemontesi. Il
Consiglio regionale lo distribuirà in tutte le biblioteche
regionali.
"Questa pubblicazione - ha affermato il presidente del
Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia - rappresenta
un viaggio di riscoperta, di riappropriazione e di avvicinamento
a questo vessillo, che era stato un po' dimenticato. Per farlo
conoscere meglio, durante il periodo pandemico lo abbiamo
distribuito a tutti i 1181 Comuni del Piemonte".
Fra coloro che interverranno nel corso della mattinata, oltre
agli autori, il vicepresidente del Centro Studi Piemontesi
Gustavo Mola di Nomaglio, il consigliere dell'Associassion Festa
dël Piemont al Còl ëd l'Assieta Domenico Bongiovanni, la
curatrice delle collezioni di Palazzo Reale Lorenza Santa. I
loro interventi saranno intermezzati da una scelta di letture
dell'attore Mario Brusa.
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