ASTI - Un drappo d'autore conteso da 21 tra borghi, rioni e Comuni e un'ambita corsa di cavalli per decretare chi lo vince. Asti si rituffa nel suo passato medioevale e, come ogni anno da oltre otto secoli, si prepara a rivivere il suo Palio. L'appuntamento con la rievocazione storica la terza domenica di settembre, che quest'anno cade il 18 settembre. Per l'occasione, novità dell'edizione 2016, aprono per la prima volta al pubblico alcuni dei suoi palazzi medioevali più belli: palazzo Alfieri, palazzo Ottolenghi e palazzo Mazzola.
"Il Palio è il modo più nobile e bello di confrontarsi con la nostra storia, declinandola al presente", sostiene l'assessore al Palio del Comune di Asti, Massimo Cotto. Patrocinato dalla Regione Piemonte e realizzato dal Comune di Asti, grazie ai contributi di Centrale del latte Asti e Alessandria, Cassa di Risparmio di Asti e Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, il Palio infatti "non è solo la corsa dei cavalli montati a pelo, e già citata in documenti comunali del 1275 - aggiunge - ma è anche il grande drappo di velluto, con le insegne di Asti e la raffigurazione del patrono San Secondo, dipinto quest'anno dal maestro torinese Mauro Chessa".
Ad aprire la corsa, un corteo di oltre mille figuranti in costume medioevale, che attraversa il centro storico partendo da piazza cattedrale per raggiungere la pista triangolare di piazza Alfieri. Qui, secondo un'antico rito, il nuovo capitano del Palio, Michele Gandolfo, e il suo gruppo di giovani magistrati e cavalieri, chiede al sindaco 'licenza' di correre il Palio. Il mossiere, Daniele Masala, per la prima volta al canapo di Asti, prende posto nella sua torretta. La disfida tra fantini inizia alle ore 16 con la prima delle tre batterie in gara, seguite dalla finale a nove cavalli.
Durante il palio, la città diventa scenario della rievocazione e alcuni palazzi storici la suggestiva scenografia. A vent'anni dalla chiusura, la casa natale di Vittorio Alfieri è aperta al pubblico con il suo nuovo allestimento museale, inaugurato a maggio. Qui si possono conoscere non solo il personaggio e la sua epoca, ma anche il periodo barocco del palazzo, le preesistenze medioevali della dimora e le installazioni interattive. Il museo del Palio, invece, ospitato nel quattrocentesco palazzo Mazzola, conserva preziosi manoscritti risalenti al IX secolo e ripercorre la storia della manifestazione e della città, attraverso documenti originali e un video emozionale. Con i suoi soffitti affrescati e i sontuosi arredi barocchi recentemente restaurati, palazzo Ottolenghi è aperto al pubblico, insieme al museo del Risorgimento. "Asti racconta le sue 'storie di bellezza' - sottolinea l'assessore al Turismo del Comune di Asti, Andrea Cerrato - con un progetto turistico, avviato un anno fa, che racchiude un invito a scoprire, le bellezze della città e del Monferrato, patrimonio Unesco".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA