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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
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Sociale - "A palazzo Ferro Fini, presentata 'La nuova Carta dei diritti della bambina', con gli interventi dell'Assessore Donazzan e del consigliere Azzalin"
(Arv) Venezia 26 feb. 2019 - Si è tenuta oggi, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, la conferenza stampa di presentazione della ‘Nuova Carta dei diritti della bambina’, con gli interventi dell’Assessore regionale Elena Donazzan, del consigliere Graziano Azzalin, e della Prof.ssa Maria Grazia Avezzù, presidente di F.l.D.A.P.A (Federazione italiana Donne Arti Professioni Affari).
Assessore Donazzan: “L’adozione, da parte della Giunta regionale, della Carta dei diritti della bambina è importante in quanto sancisce che esiste una sensibilità al femminile, diversa e unica, differente dall’universo maschile, e di come le bambine abbiano caratteristiche peculiari, non solo fisiche, ma anche psicologiche ed emotive. In un mondo che si proclama civile, ma in cui è ancora molto diffusa la violenza di genere e dove persistono pratiche orrende come l’infibulazione, è importante riaffermare come le bambine meritino una attenzione e una tutela particolari, di godere di diritti propri. E’ giusto tutelare i minori, le persone più fragili, che sono patrimonio comune di tutte le istituzioni e che devono così conoscere attenzione in modo trasversale, al di là delle differenze politiche. Il mio impegno, ora, sarà quello di portare e diffondere la Carta dei diritti della Bambina nelle scuole, affinché vi sia un nuovo approccio nei confronti delle specificità psicologiche ed emotive presenti nelle bambine, così peculiari da meritare attenzioni particolari”.
Graziano Azzalin: “Non ci sono schieramenti politici che tengano quando si tratta di riaffermare e tutelare le pari opportunità, di contrastare la violenza di genere e di promuovere i diritti fondamentali della persona. Così, l’adozione della Carta da parte della Giunta regionale è un atto molto significativo e importante e spero che tanti comuni veneti seguano l’esempio e adottino a loro volta questo documento. La Carta dei diritti della bambina è infatti prodromica per la tutela dei diritti fondamentali delle donne e delle persone, e credo che ai principi debbano seguire buone pratiche e, soprattutto, atti importanti da parte delle Amministrazioni Pubbliche. In questo senso, l’adozione della Carta da parte della Regione assume una valenza importante. Ringrazio la mia concittadina, la professoressa Avezzù”.
Cristina Guarda (AMP): “La Carta dei diritti della bambina è stata presentata pochi giorni fa a Lonigo in modo molto avvincente, al cospetto di una platea eterogenea, mettendo in luce quelli che sono i talenti del genere femminile, nell’arte, nella danza… Di fronte a una attualità in cui la violenza, e la violenza di genere, è purtroppo molto diffusa, credo che riaffermare la tutela dei diritti delle bambine sia fondamentale per garantire poi il rispetto delle donne e per contrastare la violenza di genere. Le bambine devono essere messe nelle condizioni di crescere in modo strutturato e libero da pregiudizi, stereotipi, banalizzazioni, per poter diventare domani donne consapevoli, in grado di generare vita e garantire il futuro della nostra società”.
La Prof.ssa Maria Grazia Avezzù: “F.l.D.A.P.A sta portando avanti un progetto nazionale per diffondere la nuova Carta dei diritti della bambina nelle scuole, ovvero nei luoghi dove matura il valore del rispetto delle persone, della famiglia e dell’essere comunità. In particolare, gli articoli 6 e 7 della Carta danno il giusto rilievo alla tutela della pubertà, della sfera emotiva e della salute femminile, della bambina e della donna. Se la Carta, nella sua versione originale, aveva come principale obiettivo quello di promuovere la parità tra bambini e bambine, ora, dopo la revisione del 2016, vuole valorizzare le differenze di genere presenti tra bambini e bambine, sotto l’aspetto fisico, emozionale e riproduttivo, al fine di costruire una società che possa favorire la convivenza serena tra maschi e femmine, tra uomini e donne, accantonando stereotipi di genere che limitano la libertà di pensiero e di azione”.
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