"L'aggressione e poi la morte della
psichiatra Barbara Capovani, non è che l'ennesima tragedia di un
fenomeno che non si combatte con gli slogan, ma con le azioni
vere. Non basta indire la 'Giornata nazionale di educazione e
prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori
sanitari e socio-sanitari', non basta fermarsi alle parole se
non c'è prevenzione, se non ci sono risorse adeguate alla
gestione di situazioni problematiche, e se non si ferma chi,
come nel caso del paziente aggressore, era già stato
precedentemente arrestato e aveva manifestato le proprie
intenzioni". A pensarla così il presidente del Consiglio
nazionale degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, in merito
al caso della psichiatra uccisa dal suo ex paziente, a Pisa.
"Come assistenti sociali - e soltanto poco più di un nostro
collega su dieci non ha mai ricevuto minacce, intimidazioni, o
aggressioni verbali - viviamo sulla nostra pelle il fenomeno, e
denunciamo da tempo l'insensibilità e la disattenzione di chi
dovrebbe proteggere chi protegge e la necessità di interventi di
tutela e sostegno delle persone che ai nostri servizi si
rivolgono. Alla famiglia della vittima, al suo Ordine
professionale tutta la nostra solidarietà e il nostro impegno,
perché non si tornino a scrivere parole di cordoglio per altre
vittime di violenza", termina la nota dei professionisti.
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