(di Vincenzo Chiumarulo) Nell'80esimo anniversario della loro scoperta avvenuta nel 1938, quando lo speleologo lodigiano Franco Anelli si calò al loro interno facendo luce per la prima volta su un mondo sotterraneo di alabastro, cristalli e stalattiti che sfidano la forza di gravità, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, visiterà domani, martedì 23 gennaio, le Grotte di Castellana: un complesso di cavità di origine carsica profondo fino a 122 metri, risalente a circa cento milioni di anni fa, e situato a un chilometro e mezzo dal centro abitato di Castellana Grotte (Bari).
Il Capo dello Stato visiterà la Caverna dei Monumenti, di cui si narra che la lampada di Anelli non riuscisse a illuminarne tutta l'ampia superficie; e la Grave, la prima e più vasta caverna del sistema con una lunghezza di 100 metri e una larghezza di 50: un pantheon naturale nella cui volta si apre un lucernario circondato da una corona di lecci.
Mattarella scenderà a una profondità di circa
60 metri, percorrendo un tragitto molto simile a quello che
seguì suo padre Bernardo il quale, nel 1958, fece visita alle
Grotte nei panni di ministro. Il 25 settembre del 1951, invece,
fu l'allora presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ad
affacciarsi sulla bocca della Grave senza scendere in
profondità. Einaudi era claudicante e la grotta fu illuminata
per consentirgli di vederla dall'esterno.
Proprio questa grotta, l'unica con un contatto in superficie,
è stata a lungo al centro della leggenda secondo cui
all'imbrunire era possibile vedere le anime, di chi si era
suicidato al suo interno, cercare di uscire dall'imbocco della
Grave insieme ai pipistrelli. Questi ultimi, infatti, sono gli
animali più presenti nelle Grotte dove ne vivono cinque specie.
Molto diffuso è anche l'ortottero 'Troglophilus Andreinii', una
cavalletta cavernicola che si può avere la fortuna di incontrare
durante le visite.
Fino ad oggi le Grotte hanno stregato circa 15 milioni di
visitatori da tutto il mondo che hanno partecipato alle
escursioni guidate lungo un percorso di 3,3 chilometri
puntellato da colonne, preziosi cristalli, fossili, colate e
cortine dovute allo scorrimento dell'acqua, stalagmiti e
stalattiti che assumono forme eccentriche, anche a semicerchio,
dando vita a un paesaggio, fiabesco e lunare, che affascina
adulti e bambini accogliendoli in un clima tra i 16 e i 18
gradi.
I nomi degli ambienti che si attraversano sono frutto della
fantasia dei primi esploratori: la Lupa, la Civetta, la
Madonnina, l'Altare, il Precipizio, la Colonna Rovesciata, il
Corridoio Rosso e la Cupola. E poi c'è la Grotta Bianca,
l'ultima e la più splendente, che fu scoperta intorno al 1940
dal coraggioso operaio castellanese Vito Matarrese il quale,
dopo la partenza di Anelli, superò la voragine del Corridoio del
Deserto, aprendo le porte alla luce dell'alabastro.
Anche il cinema si è fatto conquistare dalle Grotte che sono
diventate il set di otto lungometraggi, tra cui 'Ercole al
centro della Terra' di Mario Bava e Franco Prosperi; 'Maciste
all'Inferno' di Riccardo Freda; 'Casanova 70' di Mario
Monicelli, 'Alien 2 sulla Terra' di Sam Cromwell, e 'Il viaggio
della sposa' di Sergio Rubini. Ad oggi, comunque, le Grotte
non hanno svelato tutti i loro segreti. Alcuni studi, infatti,
hanno evidenziato che esistono diversi metri di terra sotto il
punto di massima profondità finora raggiunto. Nuove caverne,
dunque, potrebbero ancora nascondersi nel sottosuolo.
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