La promozione in Serie A del Bari e la
permanenza in B del Castel di Sangro "furono frutto di una
competizione dura ed assolutamente regolare e oggi si vogliono
macchiare ed infangare attraverso la predisposizione di un
castello di illazioni, di ricordi che a distanza di 20 anni, per
come artatamente ricostruite, tendono unicamente a screditare
una pagina assolutamente pulita ed emozionante del calcio
italiano". E' la presa di posizione di Gabriele Gravina,
all'epoca dei fatti proprietario del Castel di Sangro, che con
una dichiarazione all'Ansa commenta il servizio tv in onda ieri
a "Non è l'Arena" su La7, sulla presunta combine in Bari-Castel
di Sangro del 15 giugno 1997. "La vera stranezza di questa
vicenda é la tempistica - spiega - I fatti e le vicende sono già
state oggetto di valutazioni da parte delle Autorità giudiziarie
che si sono pronunciate condannando a risarcimenti del danno chi
allora si rese autore di analoghe diffamazioni, lo scrittore Joe
McGinnis", conclude Gravina che annuncia querele.
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