Una corposa documentazione riguardante la realizzazione del gasdotto Tap è stata sequestrata nelle sedi legali e operative di Melendugno, Lecce, Roma, dai Carabinieri del Noe e tre persone risultano indagate nell'ambito dell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperta dalla Procura di Lecce. Gli indagati sono i legali rappresentanti di Tap. L'operazione è stata fatta dai carabinieri del Noe di Lecce, di Roma e Milano, insieme ai colleghi del comando provinciale, che hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e sequestro messo dalla Procura di Lecce, a firma del Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris e del pm Valeria Farina Valaori. Sono state perquisite le sedi legali, operative, uffici e cantieri della società "Trans Adrtiatc Pipeline" SPA tra Melendugno, Roma e Lecce, mentre a Villafranca padovana è stata perquisita la sede del laboratorio di analisi SGS Italia S.p.A., il centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali sui vari cantieri dell'opera.
Fonti dell'azienda Tap che sta costruendo il gasdotto che approderà nel Salento, interpellate dall'ANSA, affermano che "Tap sta assicurando la massima collaborazione alle autorità" nell'ambito dell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperto dalla Procura di Lecce che oggi ha portato a sequestri di documentazione da parte dei militari del Noe e nella quale risultano indagati per scarico abusivo contenente elementi inquinanti Clara Risso, legale rappresentante di Tap Italia, Michele Elia, country manager della società e Gabriele Paolo Lanza, project manager di Tap in carica dal 15 marzo scorso. Le stesse fonti Tap affermano che "continueranno su questa strada nel proseguimento delle indagini nella convinzione che esse non potranno che dimostrare l'assoluta correttezza di quanto Tap fino ad ora ha realizzato".
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