A riproporre il dibattito sui
trapianti d'organo non è una nuova proposta di legge o uno
scontro tra pareri eticamente opposti, ma un romanzo. 'La
rampicante' di Davide Grittani, pubblicato una decina di giorni
fa dalla casa editrice LiberAria e disponibile in tutta Italia.
Il romanzo ripropone con coraggio il tema dei trapianti,
schierandosi piuttosto esplicitamente in favore della
rivelazione dell'identità dei donatori.
La rampicante è dedicato a Giancarlo Ravidà, diciannovenne
investito e ucciso da un'auto pirata il 3 gennaio 2015. Morendo
Giancarlo ha salvato la vita di altre nove persone, alle quali
sono stati trapiantati i suoi organi vitali: in sua memoria è
stata intitolata la sede regionale AIDO Puglia, a Bari.
"Mi piacerebbe - dice Grittani - contribuire ad alimentare un
dibattito finalmente vero sull'argomento, un nuovo punto di
partenza per un tema così scomodo ma anche così necessario:
senza trapianti, solo in Italia morirebbero 3500 persone in più
all'anno". "Volevo che se ne parlasse di più, con maggiore
consapevolezza - dice Grittani - ma naturalmente sono solo uno
scrittore, non posso indicare soluzioni. Si tratta di una
riflessione politica, etica, scientifica e forse anche
religiosa". Un tema molto importante e tuttavia quasi assente
dalla narrativa italiana contemporanea, se si fa eccezione per
Ugo Riccarelli e Francesco Abate (due scrittori che hanno subito
un trapianto, il primo è deceduto cinque anni fa). 'La
rampicante' sta riaprendo il dibattito sulla cosiddetta etica
del donatore, legata appunto all'eventuale opportunità di
rivelare ai trapiantati l'identità di chi morendo gli ha
permesso di sopravvivere. Una discussione assente eppure molto
sentita, se si considera che molte città e regioni italiane
stanno invitando Grittani a presentare 'La rampicante'. Anche
AIDO e Centro nazionale trapianti ospiteranno Grittani in una
presentazione istituzionale a Roma, in programma la prossima
primavera.
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