E' stata l'agenda di Luigi Dagostino
e la maniacale abitudine dell'imprenditore di annotare il
pagamento di presunte tangenti e ogni appuntamento (anche con
l'ex sottosegretario Luca Lotti, con l'ex vicepresidente del Csm
Giovanni Legnini e con Tiziano Renzi, papà dell'ex premier
Matteo) a permettere ai magistrati di Lecce di chiudere il
cerchio sulle indagini che ieri hanno portato all'arresto dei
magistrati del Tribunale di Roma Antonio Savasta e Michele
Nardi, all'epoca dei fatti in servizio a Trani. I due sono
accusati di aver preso parte ad un'associazione per delinquere
finalizzata ad intascare tangenti per insabbiare indagini e
pilotare sentenze giudiziarie e tributarie in favore di
facoltosi imprenditori. Oltre ai due magistrati è finito in
carcere l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, mentre sono
stati interdetti dalla professione l'imprenditore Dagostino, ex
socio di Tiziano Renzi, e gli avvocati Simona Cuomo e Ruggiero
Sfrecola.
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