"Lavorare con i giovani registi mi è
sempre piaciuto, tanto più perché poi alcuni da emergenti sono
diventati grandi registi, come Bernardo Bertolucci, che ho fatto
esordire, o Francesca Archibugi". Così Stefania Sandrelli che -
madrina al Festival del Cinema Europeo e premiata con l'Ulivo
d'oro alla kermesse diretta da Alberto La Monica - arriva a
Lecce reduce dal set di Napoli dov'è protagonista di un'opera
prima. Un film tratto dal romanzo di Lorenzo Marone "La
tristezza ha il sonno leggero", diretto da Marco Mario De
Notaris.
Oltre 130 film e tanti premi, il segreto di questa carriera è
"l'entusiasmo e la passione che metto in un lavoro che amo
profondamente - sottolinea - anche se devo dire che non è facile
in Italia lavorare per una donna della mia età". Le resta il
rammarico per due film che avrebbe voluto interpretare: Il
Giardino dei Finzi Contini con il ruolo 'rubatole' all'ultimo da
Dominque Sanda ("quando me lo disse Dominque, mi venne un
coccolone") e La ragazza di Bube, di Comencini.
Una riflessione anche sul movimento di denuncia #MeToo: "In
passato c'è stata una verità sottaciuta anche per colpa di noi
donne - afferma - per le nostre paure, compresa quella di
essere condannate dalla vita stessa. Però bisogna andarci
piano".
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