"Sono qui per dire che ieri in consiglio dei ministri abbiano abolito l'immunità penale che permetteva ai vertici di Ilva di potere godere di alcune esimenti legate a reati ambientali e legate ad alcuni reati odiosi che hanno fatto tanto male ai cittadini di Taranto". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio arrivando a Taranto dove partecipa in prefettura al tavolo permanente per il Contratto istituzionale di Sviluppo (Cis) con altri quattro ministri M5s.
"Non è una vittoria del governo - ha aggiunto Di Maio - ma è una vittoria dei tarantini. So benissimo che i tarantini discendono dagli spartani ma ci sono tante altre battaglie da vincere".
"L'esimente - ha aggiunto - doveva durare altri quattro anni e mezzo, ma ad agosto di quest'anno cesserà di esistere". Ha poi aggiunto che "c'è oltre un miliardo di euro per Taranto che non si sta spendendo" e che tornerà il 24 giugno, esattamente tra due mesi, "per vedere come si staranno spendendo i soldi stanziati".
"Solidarizziamo con i cittadini che protestano perché il governo non ha mantenuto le promesse. Taranto continua a registrare eccessi di mortalità nei quartieri più vicini alle emissioni industriali". Lo afferma Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, una delle 23 associazioni convocate per il primo pomeriggio di oggi dal vice premier Luigi Di Maio, a Taranto per presiedere la riunione del Tavolo permanente del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis), presenti i ministri Costa, Lezzi, Grillo e Bonisoli. "I ministri, nel contratto di governo, si erano impegnati - osserva Marescotti - a chiudere le fonti inquinanti. Una promessa disattesa. Ma il colmo si è avuto quando il ministro Di Maio ha dichiarato in un proprio videomessaggio dell'8 settembre scorso, che erano state installate tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive. Noi vogliamo far sapere a tutti che le emissioni nocive a Taranto non sono state ridotte del 20%. Anzi: sono aumentate. I dati delle centraline Ispra e Arpa parlano chiaro". 'Se qualcuno mi chiedeva di chiudere lo stabilimento (siderurgico di Taranto, ndr) e mandare ventimila persone in mezzo a una strada, questa non è mai stata la mia idea di ministro dello Sviluppo economico. Adesso c'è la fase due, tutto quello che ancora dobbiamo fare per estinguere il debito che tutti gli italiani hanno con i tarantini". Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, parlando nel corso del tavolo per il Cis Taranto. "Nessuno - ha sottolineato - può pretendere di avere fiducia in bianco dai cittadini italiani e ancor di più di questa terra. L'unica cosa che noi possiamo fare per far riguadagnare fiducia verso le istituzioni della Repubblica, è far funzionare le cose che devono funzionare. Il nostro obiettivo con questo tavolo è metterci a disposizione".
"Io la mano e l'abbraccio da Di Maio non li accetto. Accetterò una stretta di mano seria nel momento in cui prenderà le decisioni serie per Taranto, cioè la chiusura delle fonti inquinanti, adesso basta". Lo ha detto Carla Lucarelli, mamma di Giorgio di Ponzio, il 15enne tarantino morto di tumore lo scorso 25 gennaio, parlando con i giornalisti dopo aver abbandonato il tavolo convocato dal vicepremier Luigi Di Maio che ha invitato le associazioni ambientaliste a un confronto oggi a Taranto, dove si trova con altri quattro ministri. "Taranto - ha aggiunto - è bella quando serve. È la solita presa in giro, ora ci sono le Europee ed è venuto a fare passerella. Di nuovo Taranto si presta ad essere una passerella per la campagna elettorale". "Non è cambiato nulla - rileva la donna - l'unica cosa è che altri bambini sono morti". A chi le fa notare che Di Maio oggi ha detto che non aveva mai avuto idea di chiudere l'Ilva, Carla ha risposto: "C'è solo da riderci sopra, perché ci sono i filmati dove parla durante la campagna elettorale che ha fatto su Taranto".
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