È valida la trascrizione dell'atto di
nascita di un bambino figlio di due donne, una inglese e una
italiana, fatta dal Comune di Bari circa due anni fa e finita in
contenzioso giudiziario. Il Tribunale ha dichiarato
"l'estinzione del procedimento" dopo la rinuncia della Procura
che aveva impugnato l'atto. E ha ritenuto che il Ministero
dell'Interno "non può pretendere la prosecuzione del giudizio" e
"non può considerarsi legittimato all'azione di rettificazione
degli atti dello stato civile". Il Comune ha difeso la validità
della trascrizione, come l'avvocatura per i diritti Lgbti. La
Procura aveva revocato la richiesta di cancellare l'atto dopo
aver accertato la trascrizione in Italia dell'unione civile
contratta all'estero. Il Viminale si era opposto sostenendo che
"la cittadinanza italiana si acquista iure sanguinis, per
nascita", da italiani: un bambino nato all'estero da madre
britannica per il Ministero non può ottenere così la
cittadinanza. Oggi il Tribunale ha estinto non entrando nel
merito.
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