"Possiamo raccontare la storia di
un ragazzino di 15 anni che per due anni è stato tenuto
prigioniero in un centro di detenzione. Non è accompagnato. Non
ci sono diritti umani rispettati, questo è abbastanza chiaro".
Lo hanno rivelato Berger Jay, Juan Paolo Manuel Sanchez, e Luisa
Albera del 'Project staff Medici senza Frontiere' (Msf), a
margine dello sbarco di 176 migranti dalla nave Ocean Viking
avvenuto questa mattina al molo san Cataldo del porto di
Taranto. Tra i minori arrivati c'è anche una bimba di appena
dieci mesi, camerunense.
I migranti sbarcati hanno vissuto momenti difficili "nei
centri di detenzione - hanno evidenziato i rappresentanti di Msf
- qualcuno anche per anni". Tra loro "non ci sono però malattie
gravi, e le condizioni di salute sono buone".
"Le persone che abbiamo soccorso nella prima imbarcazione
trovata vicino alla piattaforma petrolifera - hanno aggiunto -
era più di un giorno che erano in viaggio, erano alla deriva,
non avevano più possibilità di utilizzare il motore e non
avevano più grandi speranze di arrivare da nessuna parte".
Quando "abbiamo ricevuto da parte dalla Guardia Costiera
libica l'invito a portare a Tripoli le persone che avevamo
soccorso - hanno puntualizzato i rappresentanti di Medici senza
frontiere - abbiamo detto di no perché c'é una legge precisa che
ci impedisce di portare le persone in un porto che non sia
sicuro". "Quando siamo partiti da Marsiglia diretti verso la
Libia, passando vicino a Lampedusa - hanno ricordato - in quel
lunedì 7 ottobre che purtroppo è rimasto nella storia, c'è stato
un naufragio dell'imbarcazione e le autorità italiane ci hanno
chiesto di partecipare alla ricerca di eventuali sopravvissuti.
È stato un grande passo per noi essere ingaggiati per una
ricerca dalle autorità. Nonostante la ricerca, purtroppo, non
siamo riusciti a trovare nessuno".
Secondo gli esponenti dello staff di Medici senza frontiere,
"in caso di soccorso e di richiesta di aiuto in mare, tutte le
navi a disposizione dovrebbero essere ingaggiate nella ricerca.
Si parla di vite umane ed è un diritto la vita".
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